Viaggiare con la mente, viaggiare con il cuore, viaggiare con la fantasia. Visitare paesi lontani ed esotici, restando però nel cortile di casa. Il tema di fondo, a veder bene, è sempre quello del viaggio, vissuto però attraverso i ghirigori dell'immaginazione: dopo un'Alice dal moto circolare, itinerante tra le antiche mura del castello, dopo l'epica navigazione salmastra di Moby Dick, l'affiatato tandem formato da Gabriele Valentini e Laura Fatini – ossia l'anima stessa della Nuova Accademia degli Arrischianti – ha varato al Castello di Sarteano quest'anno un altro ambizioso progetto, quello di ridurre per le scene il rocambolesco tour di Mr. Phileas Fogg: ossia il protagonista de Il giro del mondo in 80 giorni, il più celebre forse tra i romanzi d'avventura di Jules Verne, tra i più riusciti di quanti parlano di viaggi. Un protagonista, peraltro, che in questo particolare caso non appare mai in scena, ma fa solo sentire di tanto in tanto la sua voce – ferma, autoritaria, flemmatica – stando fuori campo, per scandire e portare avanti l'azione.
Comprimere un così denso racconto, portandolo alle dimensioni di uno spettacolo di un'ora e mezzo circa, credo abbia costituito senz'altro una sfida, che deve essere costata non poca fatica: il che costituisce un grande merito per Laura Fatini, dal momento che il risultato finale del suo lavoro è un agile e colorito testo impostato su ritmi quasi frenetici, che intriga lo spettatore sia i con tanti personaggi – qualcuno già presente nel libro, molti inventati di sana pianta, tutti comunque felicemente disegnati – sia con dialoghi serrati e le molte battute divertenti che deliziano grandi e piccini. Rivive così per noi il lungo viaggio di Mr. Fogg, sempre in corsa contro il tempo, correndo dalle nebbie di Londra alle vie di Calcutta, dai mari della Cina alle pagode del Giappone, dalle rive del Pacifico sino alle sponde dell'Atlantico. Sempre di fretta, sempre accompagnato dal fido Passepartout, ed inseguito dall'ispettore Fix che lo crede un pericoloso criminale. Per poi fare ritorno alla città di partenza, vincendo infine la scommessa – fare il giro di quattro continenti in neanche tre mesi – contratta coi soci del Reform Club.
E poi c'è il supporto di una regia vivace, leggera, ricca di invenzioni – la fantasia non manca certo - e pervasa di sottile ironia: che è quella di Gabriele Valentini, presente pure come scenografo, nonché maestro alle luci ed ai suoni. Diciamo subito che l'idea di base – insolita e stuzzicante – venuta in mente a Valentini è quella di ambientare la storia in un circo un poco sgangherato in sosta tra i secolari alberi del Castello di Sarteano, i cui artisti – clowns, ballerine ed acrobati – rivivono per noi, in un ritmo vorticoso di trovate e travestimenti, e con tanti di rutilante passerella finale, l'affascinante spedizione dell'imperturbabile gentleman londinese. E tante note di colore, ad arricchire la rappresentazione, arrivano infine dal trucco e dai deliziosi costumi realizzati da Roberta Rapetti e Vittoria Bianchini.
A dar vita ai personaggi attori di massima espressività, ad iniziare dal travolgente, istrionico Fix di Gianni Poliziani; per poi proseguire con Calogero Dimino (Passepartout), Flavia Del Buono, Brunella Mosci, Maria Paola Bernardini, Francesca Paolucci, Erica Fantini, Mascia Massarelli, Francesca Penati. Tutti validissimi, senza eccezioni, dal primo all'ultimo.
Produzione della Nuova Accademia degli Arrischianti in collaborazione con la Fondazione Cantiere Internazionale dell'Arte di Montepulciano, nel cui cartellone 2016 lo spettacolo è stato inserito.