Un graditissimo e riuscitissimo ritorno quello de Il Laureato universalmente noto per la celeberrima pellicola prodotta nel 1967 con un taglio decisamente sentimentale e non politico anche se sono comunque preannunciati i fermenti giovanili di contestazione e di ribellione esplosi poco dopo nel rivoluzionario ’68. Il film - che sancisce la fama a livello mondiale di Dustin Hoffman, del regista Mike Nichols premiato con l’Oscar e di Simon & Garfunkel per la splendida colonna sonora con canzoni indimenticabili (tra cui Mrs Robinson) - suscita prima un polverone per l’analisi spietata della società americana dell’epoca fino a divenire un vero e proprio cult. Oggi il regista Teodoro Cassano riprende con notevole abilità la trama creando uno spettacolo vivacissimo e coinvolgente tenendo anche conto del fatto che il teatro non offre certo le possibilità sceniche del film come l’uso dell’Alfa Romeo Duetto rossa, resa mitica dalla corsa finale del protagonista Benjamin Braddock. Ed è Giulio Forges Davanzati, giovane e vivace attore nel ruolo di Ben, che rende efficacemente l’idea della noia e del tedio o meglio forse del vuoto in cui naviga chi, terminata pur onorevolmente una stagione della vita, si trova di fronte all’incertezza di un futuro da costruire con parametri diversi o anche simili a quelli di una società conformista come quella dei genitori e dei loro amici, buffi fantocci della festa di laurea. Dai brindisi e dagli schiamazzi della sontuosa villa familiare con patio e piscina emerge come dalla lampada di Aladino la conturbante, sinuosa e bravissima Giuliana De Sio, genio del male della società borghese americana, insoddisfatta, profondamente infelice - è stata costretta a sposarsi perché in attesa della figlia - e alcolizzata amica di famiglia che si trasforma in seduttrice nonché iniziatrice alle arti amorose del giovane insicuro, impacciato e incerto. L’affascinante signora, pur se adescatrice e ninfomane, si rivela sempre più vuota al giovane che, inconsciamente ‘consapevole’ della superficialità del rapporto, continua a darle del lei. Benjamin recupera le sane energie dei valori e scopre la gioia di amare - gioco del destino e del signor Robinson più attento a trarre profitti da nuovi materiali quali ‘la plastica’ che a guardare dentro le mura di casa - Elaine, figlia dell’amante. Decide di sposarla a ogni costo lottando contro tutti e sconvolgendo la vita propria e quella degli adulti che si adoperano con ogni mezzo anche con i più crudeli e infidi per dissuaderlo. Il laureato, uscito dalla penna di Charles Webb (San Francisco/California 1939), costituisce un perfetto quadro dei costumi sessuali e sociali dell'epoca e riesce ancora con la carica di satira e di umorismo che lo contraddistinguono, con un validissimo cast di attori e con la gradevole colonna sonora di Renato Giordano a conservare freschezza e attualità.
Milano, Teatro Manzoni, 12 dicembre 2007
Visto il
al
Comunale
di Teramo
(TE)