Anno Domini 1183 (un tempo ancora lontano dallo Scisma anglicano e ancora prima di Robin Hood,n.d.r.). Enrico II, re d’Inghilterra (Albino Marino), preoccupato per il destino del regno dopo la sua morte, convoca la moglie – prigioniera nel castello di Winchester - Eleonora d’Aquitania (Carla Grosso), i tre figli e il re francese Filippo (Matteo Rocchi) in un castello bretone con la scusa di festeggiare il Natale. Ii corridoi e le camere della dimora regale diventano teatro di cospirazioni, violente liti, scenate di gelosia, lotte per il potere.
La giovane Alice (Valeria Tardivo), amante di Enrico e profondamente innamorata di lui, è contesa per ragioni politiche, ma non solo: il monarca dovrebbe concederla in sposa a uno dei suoi figli, per rispettare un patto stabilito in precedenza con Luigi VII, re di Francia. Ma la corona francese ora è passata a Filippo, ambiguo e imprevedibile, il quale, per curare i suoi interessi – e per una sorta di rivalsa nei confronti del monarca inglese – non esita a sfruttare l’influenza da lui esercitata sul “Cuor di Leone” del valoroso Riccardo (Vincenzo Galante).
A tutto questo si uniscono i “capricci” e le veementi intemperanze di Giovanni (Roberto Lai, dall’intraprendenza e simpatia tipiche dell’attor giovane, caratteristiche che vanno tenute d'occhio) e le trame calcolate di Goffredo (Antonio Cranco), il figlio che più si sente messo in disparte dai genitori.
Il fulcro della pièce resta però il tempestoso rapporto, fatto di furore, menzogne, ma soprattutto tenerezza tra Enrico II e sua moglie: Carla Grosso assume realmente toni regali e magniloquenti nella sua recitazione, presentando al pubblico una regina risoluta, ancora in piedi e non “consumata” dopo 31 anni di matrimonio.
La regia di Anna Cuculo si concentra sulle dinamiche tra gli attori sulla scena e sulla potenza della parola, elemento che appare evidente fin dalla scena di apertura tra Enrico II e la giovane Alice.
Il secondo atto risulta meno incisivo rispetto al primo ed è più breve. Musiche imponenti, che tuttavia stordivano – a tratti – per il volume eccessivo.
Prosa
IL LEONE D'INVERNO
Gli ultimi ruggiti del leone
Visto il
28-11-2015
al
Cardinal Massaia
di Torino
(TO)