Classica
IL PAESE DEI CAMPANELLI

UN'OLANDA DA SOGNO

UN'OLANDA DA SOGNO

Fin dal suo debutto al teatro Lirico di Milano nel 1923, Il paese dei campanelli fu una delle operette più apprezzate dal pubblico, grazie anche alla notevole orecchiabilità di molti dei brani in essa contenuti quali il Fox della luna, Balla la giava o il duetto del ricamo. Frutto del connubio fra quel Carlo Lombardo che proprio nel 1923 fondò a Milano la Casa Musicale Lombardo nella quale ancora oggi si conserva tutto il patrimonio operettistico italiano e il maestro Virgilio Ranzato, Il paese dei campanelli risente in parte di un ottimismo e di una spensieratezza targati ancora belle époque, alla vigilia di quel delitto Matteotti e dell'approvazione di quelle leggi fascistissime che cambieranno le sorti d'Italia.

La trama è piuttosto semplice: in un immaginario villaggio olandese, posto su un'isoletta, vivono felici alcune coppie di ingenui paesani. Una leggenda afferma che i campanelli che svettano sulle loro case suoneranno ogniqualvolta una moglie o un marito abbia tradito il proprio consorte; finora non è stato possibile fare una verifica sulla veridicità della tradizione in quanto mai nessun tradimento è stato perpetrato sull'isola. A seminare il disordine basta uno sbarco di marinai inglesi da una nave in avaria: tutte le donne del villaggio vengono corteggiate, persino la bruttissima Pomerania, e finiscono per cedere alle lusinghe tanto che tutti i campanelli suonano impazziti, scatenando le ire dei mariti. L'occasione per una vendetta da parte maschile arriva quando, grazie ad un errore del marinaio La Gaffe, giungono sull'isola le mogli degli inglesi che vengono subito sedotte a loro volta dagli uomini del paese, i quali provocano così nuovamente un concerto di campanelli.

L'allestimento della Compagnia Corrado Abbati ha come limite quello di non fruire dell'accompagnamento musicale di un'orchestra, ma di fare uso, come spesso accade in questi casi, di una base preregistrata. Questo fatto, oltre ad essere poco filologico, concorre a focalizzare l'attenzione dello spettatore solo sulla comicità degli eventi, distogliendolo dal rilevare quegli accenti lirici tipici di una partitura non banale che possono essere evidenziati solo attraverso una corretta interazione fra direttore e cantanti; l'inserzione di qualche facile battuta di spirito dal sapore contemporaneo all'interno di un testo dotato di particolare leggerezza e finezza si inserisce anch'essa in questa linea.

Lo spettacolo in ogni caso tutto sommato funziona e, soprattutto, riscuote uno straordinario consenso di pubblico. Complessivamente dotati di buone voci, sebbene non sempre perfettamente impostate, i cantanti, con qualche sbavatura che si nota soprattutto nei momenti corali. La vis comica e l'energia di Corrado Abbati risultano in ogni caso sempre vincenti e scatenano davvero un fiume di applausi da parte di un teatro gremito ed entusiasta.

Visto il 26-12-2011
al Ponchielli di Cremona (CR)