Rovigo, teatro Sociale, “Il trovatore” di Giuseppe Verdi
UN TROVATORE SECONDO KRIEF
Come ultima opera della stagione lirica 2009/10 il teatro Sociale di Rovigo ha messo in scena Il Trovatore, uno dei titoli più conosciuti e rappresentati. Questo nuovo allestimento è una produzione Li.Ve, che unisce il teatro di Rovigo, il comune di Padova e il Bassano Opera Festival. Rovigo ha mantenuto in questi anni un buon livello di rappresentazioni liriche, mantenendosi sempre su una linea tradizionale, sia come titoli che come allestimenti, cercando di soddisfare un pubblico esigente e legato ad una concezione tradizionale.
La produzione porta la firma, per la regia, i costumi e le scene, di Denis Krief, artista cosmopolita naturalizzato romano. Nel programma di sala abbiamo letto dotte elucubrazioni del regista sul libretto ma il risultato è parso poco chiaro; dunque questo Trovatore ci ha lasciato perplessi: palcoscenico pressoché nudo, senza fondali, senza quinte; in mostra estintori, vigili del fuoco, quadri elettrici, gli elementi di servizio di un palco. In scena solo una parete di legno messa di taglio che rappresenta, aperta a libro via via, gli ambienti dell’opera (l’atrio del palazzo dell’Aliaferia, il giardino del palazzo di Leonora, l’accampamento degli zingari, ecc.). I costumi moderni non aiutano alla chiarezza, come il coro, vestito con abiti “casalinghi” se non da trovarobato che ci hanno fatto pensare alla Caritas; Leonora indossa sempre un abito da sera verde anche quando sta per monacarsi; Manrico non si capisce bene cosa sia; il Conte di Luna ha la divisa da poliziotto, Azucena sembra uscita da un film di Dario Argento. L'impressione globale è che le tracce seguite dal regista abbiano poco raggiunto il pubblico e la gestualità piuttosto generica dei cantanti non ha aiutato.
Walter Fraccaro ha interpretato Manrico; la voce non è eccelsa e dall'inizio si è risparmiato per esplodere in Di quella pira, anche se nessuno ha richiesto il bis. Kristin Lewis è una Leonora affascinante, con voce scura e piena nel registro centrale maggiormente che nell'acuto. Vitaliy Bilyy ha interpretato il Conte di Luna, bene negli acuti e nel fraseggio. La giovane Anna Smirnova ha ricoperto il ruolo di una “spaventosa” Azucena con buona prestazione vocale. Ottima prova per Roberto Tagliavini (Ferrando), bene Natalia Roman (Ines). Con loro il Ruiz di Luca Casalin.
Grande attesa c’era per la direzione del maestro israeliano Omer Meir Wellber, giovanissimo (28 anni) e considerato uno dei più talentuosi direttori d’orchestra emergenti. Peccato che abbia dato forfait all’ultimo minuto e sia stato sostituito dal maestro Stefano Romani, nuovo direttore artistico del teatro Sociale di Rovigo. Alla guida dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta Romani ha dato una prova caratterizzata da una certa lentezza, pur dando atto di avere attenuato la tentazione bandistica di alcune parti. Buona interpretazione per il Coro Lirico Veneto del Li.Ve, diretto dal maestro Giorgio Mazzucato, in un’opera molto corale.
Il Teatro Sociale era naturalmente pieno per un’opera assente da dieci anni nel repertorio, ma il pubblico non ha nascosto la sua perplessità davanti a questo allestimento, dimostrandosi freddo e critico.
Visto a Rovigo, teatro Sociale, il 19 febbraio 2010
Mirko Bertolini
Visto il
al
Sociale
di Rovigo
(RO)