Il sipario si apre e presenta la scena di un giardino-giungla, sapientemente concepito dallo scenografo Carlo Sala. Questo è il mondo di Sebastian, figlio defunto “improvvisamente, l’estate scorsa” di Violet Venable (Cristina Crippa). E’ lui il protagonista in absentia del dramma di Tennessee Williams, scritto in – e per – un America puritana e pruriginosa allo stesso tempo.
In questo contesto giunge un giovane e promettente neurologo (Cristian Giammarini), il quale riceve dalla signora Venable la promessa di un congruo finanziamento se lui accetterà disottoporre a lobotomia Catherine (Elena Russo Arman), cugina di Sebastian, che pare soffrire di allucinazioni e crisi isteriche, che infangano la memoria del poeta, scomparso prematuramente, proprio durante un viaggio in compagnia della cugina, alle isole Galapagos.
Le incalzanti domande del dottore, che vuole stabilire la verità dei fatti, una volta accertata l’esistenza di un evento traumatico che ha sconvolto la psiche di Catherine, portano alla luce ciò che è realmente successo l’estate precedente in una spiaggia delle Galapagos (che porta lo stesso nome di Sebastian): l’uomo è stato fatto letteralmente a brandelli da uno stuolo di “bambini di strada”, che “come falchi famelici” gli si sono avventati contro non lasciandogli scampo.
E’ nell’ambiguo rapporto madre-figlio che va ricercata la causa di tutto il ‘non-detto’ di Violet Venable, matriarca iperprotettiva e rapace che soffoca le pulsioni sessuali del figlio, spingendolo a sublimarle attraverso frequenti viaggi alla ricerca del bello, alimentando in lui una già innata predisposizione narcisistica. Nell’unico viaggio in cui Violet sarà sostituita da Catherine a causa di un malore che non le permetterà di spostarsi, la ragazza, abbagliata dal fascino del cugino, si renderà conto che il suo solo scopo è di averla accanto come ruffiana (e lo stesso discorso era sempre valso anche per la “cieca“ Violet, in un “gioco” che oggi noi conosciamo come il triste fenomeno del turismo sessuale, a discapito di giovani ragazzi di strada…
Va osservato che – così come nell’adattamento cinematografico del 1959 – anche sulla scena mancano riferimenti troppo espliciti all’omosessualità di Sebastian, che viene svelata dal racconto di Catherine, che utilizza termini come “ruffiane” e incontri”.
Le vibranti interpretazioni di Cristina Crippa ed Elena Russo Arman animano il palcoscenico e si spartiscono i meritati applausi. Convincente Cristian Giammarini nel ruolo dell’indagatore, dottor Zucchero. Completano il cast Corinna Agustoni, Enzo Curcurù (sbalorditivo nella parte del rude provincia lotto, fratello di Catherine) e Sara Borsarelli, nel duplice ruolo di Miss Foxhill e sorella Felicity.
Lo spettacolo resterà in scena all’Elfo Puccini di Milano fino al 1 febbraio, per poi spostarsi al Teatro della Pergola di Firenze la settimana successiva.