Prosa
ITIS GALILEO

Quale rivoluzione. Itis Galileo

Quale rivoluzione. Itis Galileo

Il teatro è racconto e questo è il primo punto che balza all'occhio e alle orecchie di chi segue, sulla scena come in tv, su un campo da rugby come in una stazione abbandonata, gli spettacoli di Marco Paolini.

Raccontare per dialetti e dialettiche, rovesciare i punti di vista e le storie; ma soprattutto porsi domande.

E la figura di Galileo Galilei funge da espediente perfetto: l'uomo che aveva il nome uguale al cognome, figura legata alla storia e alla scienza che però si occupava anche di oroscopi per sbarcare il lunario ed era, di tanto in tanto, superstizioso.

E custodiva gelosamente le proprie conoscenze e le proprie scoperte, come quella sulla rivoluzione della Terra attorno al sole. Forse il suggerimento implicito dello spettacolo è avere una nuova visione del mondo, metaforicamente parlando.

Marco Paolini ricostruisce attraverso le carte, i libri e i racconti in prima persona la vicenda di una delle figure più importanti della scienza mondiale, ma lo fa senza grandi sistemi, anzi, attraverso il titolo "Itis Galilei" che indica "rispetto ad un Liceo Classico Galilei" un modo più semplice e diretto - almeno apparentemente- di narrare.

Con l'ironia e il grande carisma che lo contraddistingue, Paolini inscena le vicissitudini private e pubbliche dei personaggi che hanno ruotato intorno a Galileo, le abitudini dell'epoca, i problemi e le contraddizioni che riscontriamo anche in epoca moderna.

Un pallone, che è pianeta e mina vagante e contenitore, è il fulcro della scenografia, minimale ma essenziale e il protagonista è il demiurgo che permette i suoi molteplici significati.

Il pubblico de La Versiliana è rapito e divertito dal monologo arguto e brillante, iniziato dalla richiesta dello stesso Paolini di fare UN MINUTO DI RIVOLUZIONE. Ma quale?

Visto il 21-07-2012
al La Versiliana di Pietrasanta (LU)