Danza
JEWELS, RUBIES, DIAMONDS

Alla Scala le "preziose" coreografie di Balanchine

Alla Scala le "preziose" coreografie di Balanchine

Il palcoscenico del Teatro alla Scala ha sfavillato grazie alle luci di “Jewels” ovvero i gioielli, smeraldi, rubini e diamanti (ricostruiti da efficaci elementi scenografici realizzati  da Pater Harvey) incastonati negli altrettanto luminosi costumi ideati dalla celebre costumista Karinska per i danzatori e le etoile del Teatro alla Scala, in scena con la direzione di David Coleman.

La “preziosa” occasione è stata data dalla prima rappresentazione di “Jewels”, la nuova produzione scaligera con la coreografia di Gorge Balanchine, la cui idea di creare un balletto con dei costumi e delle scene simili a delle pietre preziose, nacque in seguito alla conoscenza del famoso gioielliere Claude Arpel del quale aveva visto una splendida collezione esposta a New York.
L’ammirazione provata dallo stesso Balanchine per le pietre preziose che in quanto georgiano del Caucaso amava attratto com’era dall’Oriente, ha dato vita a questo balletto che alla Scala è stato rimontato da danzatori ex balanchiniani come Patrizia Neary, per “Rubies”, Ben Huys per “Esmeralds” e Joysanne Sidimus e Elyse Borne per “Dimonds”.

Il balletto replicherà fino al prossimo 26 gennaio e sta riscuotendo un buon successo nonostante la mancanza alla prima e nelle successive repliche previste, dell’etoile Roberto Bolle, rimasto “in panchina” a causa di una infiammazione ad un piede.
Al posto di Bolle ha danzato alla prima in “Diamonds” lo splendente Guillame Còte che con la sua fisicità rassicurante ha accompagnato la flessuosa Alina Somova, nell’ultimo quadro del balletto dedicato appunto ai diamanti e basato sulla Sinfonia n.3 in re maggiore di Ciakowskij.
Escluso il primo movimento della sinfonia che Balanchine non riteneva adatto alla danza, il secondo è destinato a dodici ballerine e una coppia di solisti, mentre nel quinto movimento danza un gruppo formato da ben trentacinque elementi del Corpo di Ballo della Scala.

“Jewels” non è altro che un omaggio alle donne che amano i gioielli e Balanchine, coreografo che amava le donne e la danza al femminile, voleva realizzare un balletto che esaltasse proprio la bellezza femminile, ancora più splendente nel momento in cui indossa un gioiello. Quando il balletto fu presentato a New York nel 1967, oltre a voler esaltare la bravura di tutta la sua compagnia, trattandosi di una coreografia a serata intera in tre atti e priva di spunti narrativi, poiché guidata da un unico tema cioè le pietre preziose, Balanchine non rinunciò di certo ad attingere però i brani da quei musicisti che preferiva di più in quel momento ovvero Gabriel Fauré per “Esmeralds”, Igor Stravinskij  per “Rubies” e Ciaikowskij appunto per “Diamonds”.

Il primo pezzo dedicato al colore verde degli smeraldi è stato concepito da Balanchine per due coppie principali, tre solisti e il corpo di ballo. Le coppie scaligere, formate da Mariafrancesca Garritano e Antonino Sutera insieme a Petra Conti e Mick Zeni, hanno mostrato un ottimo affiatamento accompagnato da limpidezza ed eleganza dei movimenti, nella esecuzione dei brani di Faurè tratti da Pelléas et Melisande e da Shylock.

Un piccolo incidente di percorso, una caduta accidentale della giovane Alessandra Vassallo, che poi però è riuscita ad affrontare egregiamente il resto dell’esecuzione in coppia con il sempre smagliante Leonid Sarafanov, ha funestato un po’ la presentazione del pezzo più brillante della serata, ovvero il rosseggiante “Rubies” in cui però la presenza di Marta Romagna  e del resto del Corpo di Ballo hanno saputo “rendere giustizia” a questo balletto balanchiniano in cui il coreografo fa l’occhiolino alla danza moderna.
I movimenti del bacino delle danzatrici, gli ancheggiamenti in punta di piedi ricordano il varietà e il teatro di rivista, anche se Balanchine stesso, che usò la musica prediletta del suo connazionale  Stravinskij, disse a proposito di Rubies che questo pezzo non voleva affatto essere rappresentativo dell’America, della sua energia e delle sue “girls” da commedia musicale, anche se in effetti ciò emerge di primo acchito all’occhio dello spettatore.

Teatro alla Scala fino al 26 maggio

Visto il 12-05-2011
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)