“Dire il vero tramite il bello non bastava. Dovevamo rischiare, andare sulla soglia, utilizzare ambiguità, crudeltà, rabbia, ironia e contaminazione come risorse artistiche atte a svelare il male e il dolore” sono queste alcune parole contenute nelle note di regia che introducono alla visione dello spettacolo di César Brie, Karamazov andato in scena sabato 25 febbraio al Teatro Astra di Vicenza, suscitando un grande apprezzamento tra il pubblico.
Questo raffinato adattamento del romanzo di Dostoevskij esplora le anime umane, le situazioni intime della vita, portando così gli attori ad interpretare degli stati d’animo, come la passione, l’istinto, la ragione, l’egoismo o il dubbio, piuttosto che dei veri e proprio personaggi. Gli attori sono già in scena e vi resteranno per tutta la durata della rappresentazione, mentre i loro gesti, i movimenti e la musica suonata dal vivo con un piano e a turno, costruiscono immagini forti e piene di umanità.
Come spiega lo stesso regista “ogni giorno creavamo immagini, spingevo gli attori a fare poesia col proprio corpo, collegando azioni a testi che poi avremmo elaborato. Insegnavo loro a non descrivere, ma a svelare”. Ed è proprio questa poesia del corpo che colpisce lo spettatore, più delle parole, sono le azioni che svelano e rivelano il senso profondo del testo, il male e il dolore.
Colpisce poi la grande abilità dei giovani attori, immersi in una scenografia povera ma ricca di spunti per i loro movimenti e dalla quale emergono i tre bambini pupazzi, simbolo di una infanzia dolorosa e vero significato del testo.
In scena: Pietro Traldi, Daniele Cavone Felicioni, Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero, Manuela De Meo, Giacomo Ferraù, Vincenzo Occhionero, Adalgisa Vavassori, la costumista Mia Fabbri e il regista César Brie.
Prosa
KARAMAZOV
Karamazov: un raffinato dramma umano
Visto il
25-02-2012
al
Astra
di Vicenza
(VI)