Lirica
LA BOHèME

Bohème tradizionale per la via del repertorio

Bohème tradizionale per la via del repertorio

L'edizione di Bohème presentata quest'anno al Regio fa parte di quel tentativo, perfettamente riuscito anche solo a giudicare dal grande successo di pubblico, che l'istituzione torinese ha messo in opera al fine di tentare anche in Italia la via del “repertorio”. Si tratta di un allestimento ormai storico, nato nel 1996 con la regia di Giuseppe Patroni Griffi, oggi ripresa da Vittorio Borrelli, con scene e costumi di Aldo Terlizzi. L'impostazione generale è di tipo tradizionale, la foggia degli abiti riporta l'azione dal 1830 alla fine del secolo, tutto è estremamente curato e ben congegnato da una mente registica che mostra di conoscere le dinamiche teatrali. Particolarmente efficace, anche se non una novità assoluta, il terzo quadro che si svolge sotto una fitta nevicata, così realistica da scatenare l'applauso del pubblico ad apertura di sipario.

Globalmente buona la parte vocale e musicale, anche se forse una certa asetticità complessiva ha permeato lo spettacolo a scapito di uno scambio emotivo profondo col pubblico. Straordinaria la Mimì di Maria Agresta la quale, oltre ad essere dotata di una splendido timbro di voce al tempo stesso morbido e corposo unito ad una linea di canto impeccabile, ha mostrato anche grande capacità scenica e notevole cura nel delineare il proprio personaggio. Nella parte di Rodolfo un Massimiliano Pisapia che non ci è parso in perfetta forma: la voce è bella come sempre, ma alcuni acuti sembrano un po' forzati e l'interpretazione non è risultata particolarmente coinvolgente. Un po' priva di brio la Musetta di Norah Amsellem la cui voce nelle note gravi sembra perdere corpo; timbro caldo ed emissione ben calibrata, invece, per Carlo Sgura nelle vesti di Marcello. Con loro Nicola Ulivieri nei panni di un vivace Colline che si segnala per l'ottima linea di canto, Fabio Previati in quelli di Schaunard e Dario Prola in quelli di Parpignol.

Alla direzione dell'orchestra del Regio Massimo Zanetti che, pur nella precisione degli accenti e nella buona qualità del risultato, non ci è parso dare particolare incisività alla partitura. Efficace come sempre la prova del coro.

Teatro gremito e pubblico davvero entusiasta.

Visto il
al Regio di Torino (TO)