Musical e varietà
LA CANZONE DI NANDA

Il mondo visto con gli occhi di Nanda

Il mondo visto con gli occhi di Nanda

Partiamo da una chicca (riportata ora nel cd del nuovo cofanetto editoriale “Re Nudo Pop & Altri festival”, edito da Volo Libero) la canzone “Danni collaterali” che vede straordinariamente assieme il cantautore Ricky Gianco e Fernanda Pivano. Una canzone-denuncia sul dramma delle mine che uccidono e feriscono i bambini. “Nanda” è sempre stata testimone del suo tempo, voce autorevole ed appassionata. Questo brano – viene da pensare – starebbe proprio bene nello spettacolo di Giulio CasaleLa canzone di Nanda” (in scena al Teatro India di Roma dal 14 al 19 giugno 2011) e ci permettiamo di segnalarla al suo autore e protagonista.

Il tributo dell’artista trevigiano alla scrittrice .- con la regia di Gabriele Vacis - era stato pensato quando Fernanda Pivano era ancora in vita e coinvolgendola; serve ora per non dimenticare questo personaggio così importante per la cultura a cui tanto si deve per l’affermazione in Italia della beat generation. Attraverso i suoi diari (gli “occhi” di Nanda) si ripercorrono gli anni del dopoguerra, della guerra fredda, del Vietnam, di Heminguay, Ginseberg, Kerouac, Bob Dylan… ed in Italia anche di Luigi Tenco, Fabrizio De André…

Intanto scorrono sul velo di tulle e sugli schermi  video ed immagini d’epoca. Casale si trascina dietro il monitor, racconta e canta. La sua performance ci ricorda il teatro-canzone di Gaber (di cui nel 2006 ha reinterpretato "Polli di allevamento") ma anche quello, più recente, di Shel Shapiro sul ’68 e sulla rivolta giovanile.

Casale però costruisce lo spettacolo con tratto distintivo e personalità. Cinque anni fa già si era cimentato nel racconto del ’68, in "Formidabili quegli anni"  tratto dal libro omonimo di Mario Capanna. L’attuale rappresentazione prosegue quel discorso e ne allarga la visuale grazie alla focale di Fernanda Pivano.

Non è solo la storia della beat generation quella proposta ma dell’epoca vissuta da Nanda, anni intensi, per certi versi anche “distruttivi”. Nanda è stata testimone “virtuosa” che non si è lasciata travolgere ma non è rimasta neanche distaccata, sapendo cogliere il nuovo che avanzava.
Si è fatta traduttrice, interprete ed ambasciatrice della nuova scrittura creativa.

Molto dobbiamo agli occhi di Nanda, ci fa capire Giulio Casale che la ricorda sul palcoscenico del Teatro India, nel gioco di luci, proiezioni e canzoni.

 

Visto il 16-06-2011
al India di Roma (RM)