La Casa di Bernarda Alba
Come uscite da un quadro di Velazquez ed immerse nei fantasmi di Goya, le donne della casa di Bernarda Alba, nella messa in scena della Piccola Compagnia della Magnolia, danno vita ad un dramma toccante ed inquietante, che restituisce tutta la tensione della scrittura di Garcia Lorca. Lo spettacolo, realizzato con la regia di Antonio Diaz Floriàn, in coproduzione con le Théâtre de l'Epée de Bois (Cartoucherie de Vincennes-Parigi), emoziona fortemente gli spettatori presenti nella seconda serata di tutto esaurito al Teatro Cavallerizza Reale – Manica Corta di Torino. Una regia originale, concentrata sull’efficacia di una recitazione perfetta calata in un’atmosfera grottesca e quasi demoniaca, con pochi essenziali elementi di scenografia. Gli attori truccati paiono maschere e si muovono nelle loro smorfie di dolore, tensione, provocazione e sofferenza, animando figure metafisiche di rappresentazione dell’odio, dell’ira, dell’invidia e del soffocamento, in una casa dove manca anche l’aria e dove non si può respirare nessuna speranza di redenzione. La colpa di voler vivere, l’ansia di ribellione, l’impossibilità di opporsi al proprio destino, nella splendida interpretazione degli attori della Piccola Compagnia della Magnolia, rimandano all’andamento di una tragedia greca. Giorgia Cerruti e i suoi compagni hanno la straordinaria capacità di far sentire il testo di Garcia Lorca bruciare sulla pelle del pubblico, e creano il brivido della sacralità del teatro e della pura emozione di essere lì, spettatori vivi, mentre si compie una tragedia. Una realizzazione piena e consapevole del capolavoro di Garcia Lorca che non ha bisogno di effetti speciali, né di apparati scenografici costosi, né di musiche; sono loro, gli attori stessi, capaci di un continuo effetto speciale nella recitazione e di un gioco ininterrotto di azione-reazione, in un meccanismo ad orologeria che non fa mai calare la tensione e che dimostra pienamente come in Italia esistano ancora le eccellenze artistiche. La Piccola Compagnia della Magnolia in un panorama culturale nazionale allo sfascio, in un paese che non è meritocratico, in situazioni teatrali fragili, con scarse o nulle sovvenzioni e poche opportunità, continuano a produrre spettacoli meravigliosi, nella convinzione che il teatro debba vivere nella sua forma migliore. Non servono I milioni di euro per far vivere la cultura in Italia: servono grandi artisti come questi a cui offrire opportunità, stagioni, cartelloni, spazi, e attenzione da parte delle istituzioni.