Ispirandosi a Perrault, Rossini scrisse La Cenerentola nel 1816, in soli 24 giorni, insieme al librettista Jacopo Ferretti.
La favola è nota a tutti, ma nell'opera di Rossini scompaiono fate e zucche e al posto della matrigna c'è un simpaticissimo patrigno, Don Magnifico, la caricatura del nobile decaduto e arrivista, che Rossini prende in giro bonariamente. Altra differenza, scompare la mitica scarpetta di cristallo, al suo posto Cenerentola lascia al principe uno "smaniglio", ovvero un braccialetto, che permetterà il riconoscimento dell'amata. Tra scambi di persone, tra litigi scapigliati delle due sorellastre che si contendono il principe e monologhi comici in cui Don Magnifico dà sfogo a tutta la sua ignoranza, si staglia il tenero amore tra il principe e la malinconica Cenerentola, unico personaggio savio in questo mondo un po' folle. I due infine riusciranno a coronare il loro amore e la bontà, come recita il titolo, trionferà su tutto.
Oscillante tra l`apologo morale, il divertissement raffinato e la fiaba, La Cenerentola è un melodramma che permette letture molteplici e se ne possono sottolineare gli aspetti buffi o privilegiare quelli onirici, poetici, immateriali. Opera buffa e dramma serio, pièce larmoyante e farsa vi si fondono in un'unità armoniosa e in un equilibrio perfetto. Ottima la prova dei Cantanti , romantico e Appassionato il Principe (Juan Diego Florez) Delicata e dolce Cenerentola(Joyce Di Donato) ,ma bravo anche don Magnifico (Simone Alaimo) e tutti gli altri. Un elogio al regista Jean Ponnat,e al direttore Bruno Campanella.
La Cenerentola di Rossini, , in un mondo dove prevale l'odio e la vendetta , la furia cieca del terrorismo e della follia omicida, ci insegna che la bontà alla fine vince . Come dice la protagonista nella romanza finale:
"Sarà mia vendetta il perdon...
Le antiche ingiurie
Mi svanir dalla mente.
Sul trono io salgo, e voglio
Starvi maggior del trono.
E sarà mia vendetta il lor perdono."