La locandiera di Jurij Ferrini sovrappone e integra due piani temporali con l'escamotage del teatro nel teatro usato con leggerezza e ironia. Una compagnia mette in scena La locandiera e i personaggi entrano e escono dai loro ruoli, attendendo seduti la chiamata da parte di un suggeritore-attore che scandisce l'ordine delle scene.
Gli abiti sono contemporanei e la scenografia consiste in costumi di scena appesi a fili, che creano l'atmosfera di un dietro le quinte e un legame passato/presente che dona alle azioni il peso della ripetizione infinita nel tempo. Il taglio registico privilegia il testo, presentato integralmente e enfatizzato nell'attenzione ai dialoghi.
La recitazione passa da momenti grotteschi, scanditi da battute gridate, a momenti di ammiccamento al pubblico, durante i quali i protagonisti talvolta escono dal loro ruolo per ritornare ad essere attori, senza però mai perdere l'atteggiamento mentale dei personaggi che interpretano. Il presente ritorna nell'allusione alla situazione economica del mondo del teatro, ma il legame con il passato persiste nei sentimenti e nel carattere dei personaggi, che si mantiene inalterato nel loro entrare /uscire dalla commedia. Proprio i caratteri, dominati dallo scontro tra passione e ragione, sono il trait d'union tra il mondo goldoniano e l'oggi, insieme al perenne rapporto di attrazione conflittuale uomo/donna.
La commedia è recitata nel totale rispetto del testo ed è un piacere ascoltare un italiano forbito e prezioso che consente agli interpreti di argomentare argutamente le ragioni dei loro personaggi.
Jurij Ferrini è perfetto e divertente nel ruolo del Cavaliere di Ripafratta. Sconvolto da una passione sconosciuta ed esasperato in tutti i suoi gesti, si rivolge al pubblico e alle perfide donne, dando al suo personaggio una contemporaneità che si estende a tutta l'azione. Notevoli il marchese di Forlimpopoli (Marco Zanutto), le cui forzature grottesche sprigionano la pura frustrazione del nobile squattrinato di fronte all'altrui ricchezza, e Massimo Boncompagni, che ricopre il ruolo di suggeritore/servitore/commediante donna. La sua prontezza di spirito colora più scene e sprigiona vis comica.
Ilenia Maccarrone è una Mirandolina affascinante e calcolatrice, complice del pubblico e seducente in ogni gesto misurato. La sua padronanza in ogni situazione contrasta con la mancanza di senno del cavaliere, ormai alla sua mercé, creando un effetto esilarante.
Ottima la recitazione di tutti i protagonisti e impeccabile il taglio registico che rende onore al testo suggerendone, senza aggiungere né fuorviare, l'attualità.