Prosa
LA LOCANDIERA

Uomini e donne da Goldoni a oggi

Uomini e donne da Goldoni a oggi

Se i tre uomini protagonisti di questa Locandiera catalizzano immediatamente l’attenzione, scambiandosi a ritmi serrati battute sulla tanto desiderata Mirandolina e sulle donne in generale, mantenendo tempi comici travolgenti, le aspettative che fanno così maturare nei confronti della locandiera vengono deluse dall’interprete Ilenia Maccarrone, che ne rappresenta una versione dai modi e dalla parlata piuttosto sbrigativi e sempliciotti, privando di malizia e piglio questo personaggio: molte battute, in particolare quelle tanto note dei suoi monologhi, private di suspense risultano sminuite lasciando perplesso lo spettatore al punto che sembra difficile giustificare che sia tanto contesa da ogni personaggio, principale o marginale, di sesso maschile.

Ma poco importa: nonostante proprio la protagonista femminile sia un po’ fiacca, il resto della compagnia emana divertimento e professionalità, garantendo la riuscita della performance. I personaggi più efficaci sono quelli del Marchese e del Cavaliere, che mostrando poco alla volta la loro vera natura e le molte sfaccettature della loro personalità, perdono entrambi il loro contegno e appaiono totalmente ridicoli.
Spontanee, naturali e simpatiche anche le due commedianti che si fingono nobildonne, sanno come gestire e far gustare al pubblico i loro ruoli sebbene minori, abbindolando nel breve tempo che riserva loro la commedia tanto il Marchese quanto il Conte, quasi a rafforzare un’immagine della donna manipolatrice che l’autore vuole dare. Le loro parti e il suggerimento di tagliarle sono anche un pretesto per accennare ai tempi bui che vive il teatro, ammiccando al pubblico.

Si risparmia su scenografia e ambientazioni, sul design di luci e sull’uso di musiche e suoni… ma lo si fa con furbizia e simpatia: l’escamotage del regista, infatti, è quello di ricorrere al teatro nel teatro e mostrarci proprio una compagnia alle prese con le prove de La Locandiera; gli attori quindi sono sempre tutti presenti sul palco, seduti in attesa che arrivi la scena in cui alzarsi a turni, non indossano i costumi dell’epoca che vediamo stesi alle loro spalle su dei fili, come panni ad asciugare.
Questo consente agli interpreti di farci sentire la storia rappresentata più vicina e di rompere di tanto in tanto la parete invisibile tra pubblico e attore. Ma questo apparente approccio moderno all’opera di Goldoni, in realtà, vela una sceneggiatura che ne mantiene il testo pressoché inalterato e lo tratta con grande rispetto, dimostrando come non abbia alcun bisogno di essere modificato per risultare sempre incredibilmente attuale: gli uomini, le donne e le situazioni goldoniane somigliano tanto a quelle del nostro presente.

Visto il 06-04-2011
al Vittoria di Roma (RM)