Lucca, teatro del Giglio, “La rondine” di Giacomo Puccini
QUANDO L'AMORE APPARE SOFFOCANTE
Magda, mantenuta di Rambaldo, conosce durante una festa in casa propria il giovane provinciale Ruggero; lo raggiunge sotto mentite spoglie in un locale notturno, dove si innamora immediatamente di lui. Come una rondine in fuga verso il sole, Magda abbandona il ricco banchiere e lascia Parigi per andare a vivere in Costa Azzurra con Ruggero, il quale, a corto di denaro, scrive ai suoi genitori per chiedere il consenso a sposare l'amata che gli viene prontamente concesso. Tuttavia la prospettiva di appartenere totalmente a qualcuno e di dover rinunciare a una vita brillante per trovarsi imprigionata in un meccanismo soffocante atterrisce Magda, che abbandona Ruggero dopo un doloroso congedo, consapevole di lasciarsi alle spalle un'esperienza di poesia e amore perfetto difficilmente ripetibile. “Non voglio rovinarti”, dice Magda a Ruggero, anche se sarebbe stato più onesto ammettere “non voglio rovinarmi”.
A Lucca, per le celebrazioni pucciniane, è andata in scena la versione originale che debuttò a Monte Carlo nel 1917 (poi Puccini intervenne due volte sul finale): operazione giusta e da condividere, dove se non qui?
La rondine contiene riferimenti a celebri opere del passato nei temi e nelle musiche, da Massenet a Verdi a Strauss allo stesso Puccini rivisitato con ironia e leggerezza. Definita dallo stesso autore “opera comica” (probabilmente nell'accezione francese di “comique”), La rondine è stata sempre considerata un ibrido tra opera e operetta e solo di recente rivalutata per le istanze moderne sulla difficoltà di amare e sul primato della realizzazione individuale, nonché per la musica brillante dal ritmo fluido e danzante. La ripresa ciclica dei temi nel corso dei tre atti è significativa per il percorso interiore di Magda, incapace di “crescere”, di mettersi in gioco, di rischiare, preferendo lasciar sfumare il sogno d'amore tanto agognato.
L'allestimento del teatro del Giglio (regia Gino Zampieri, scene e costumi Rosanna Monti) situa l'azione non nel secondo impero napoleonico ma negli anni in cui l'autore la componeva, con interni liberty dai colori chiari e vetrate colorate. La regia segue le indicazioni del libretto ed è rispettosa della storia, impostata su un senso di leggerezza e ironia, con venature di malinconia (leggera anch'essa).
Superfluo il passo a due nel secondo atto nel momento in cui Magda e Ruggero si scoprono innamorati; lineari le altre coreografie improntate al valzer, anche se non ho ben compreso la scelta di travestire le ballerine da uomini con tanto di baffoni scuri.
Maria Luigia Borsi ha voce gradevole, non estesissima ma curata e controllata bene; affronta il ruolo di Magda con la leggerezza richiesta e la malinconia che le conferisce spessore. Oriana Kurteshi è una Lisette simpatica e impetuosa come Colombina, in realtà alter ego della protagonista: anche lei vuole emanciparsi ma il nuovo lavoro non è come sembra e deve tornare alla precedente occupazione; vocalmente è apparsa leggermente velata. Danilo Formaggia è un Ruggero dalla voce piena ma con acuti forzati. Bravo Francesco Marsiglia nel rendere Prunier, voce solida e bene usata, sebbene registicamente il personaggio poco ha di D'Annunzio, a cui Puccini si era riferito. L'elegante Rambaldo è Domenico Balzani.
Giuliano Carella frequenta da tempo e con buoni esiti il repertorio pucciniano; ha colto l'aspetto leggero della partitura ma alla guida dell'Orchestra della Toscana poco si sono sottolineate le trame raffinate e la vaporosità che invero costituiscono la cifra dell'opera, quella fatuità che, ancor prima che nella storia, è tutta nella musica.
Teatro esaurito con lunga coda al botteghino, pubblico soddisfatto e plaudente, tra cui un nutrito gruppo di scozzesi.
Visto a Lucca, teatro del Giglio, il 21 settembre 2008
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Del Giglio
di Lucca
(LU)