Musical e varietà
LA SIRENETTA - IL MUSICAL

Un tuffo nell'azzurro mare della Sirenetta

Un tuffo nell'azzurro mare della Sirenetta

Dopo un tour estivo partito un po’ in sordina, approda ora  – è proprio il caso di scriverlo – al teatro Nuovo di Milano, La Sirenetta, musical scritto da Adriano Bonfanti e  Gigi Reggi, con la collaborazione di Tony Labriola e Stefano Govoni, anche autori delle musiche originali, che però – prestando maggiore attenzione – risultano attingere parecchio al repertorio pop anni Settanta e Ottanta, con suggestioni varie…
I personaggi riprendono in qualche maniera i beniamini del lungometraggio Disney, ma con peculiarità differenti: in questa storia, ad esempio  non troviamo un granchio compositore, ma un gambero precettore, Palla, nella divertentissima interpretazione di Mirko De Pasquale; il ruolo della “cattiva” di turno è affidato a Cinzia Del Barba, negli ingombranti panni di Brigida, non una piovra, bensì una medusa, il cui stile interpretativo richiama neanche troppo alla lontana Mina e Raffaella Carrà. I suoi due scagnozzi, Fritto (Daniele Palumbo) e Misto (Michelangelo De Marco), sono due pesci-insidiosi, pasticcioni, ma soprattutto esilaranti – che, tra ritmi dal sapore latino, rap, “evoluzioni marine” e persuasive coreografie (curate da Valentina Bordi), sono chiamati a portare a termine il diabolico piano del’invidiosa strega, che cerca in tutti i modi di usurpare il trono di Re Tritone, suo fratello.
Nei panni di un sovrano-padre afflitto dai comportamenti ribelli di una figlia che cerca la sua strada, Marco Gandolfi Vannini (reduce da numerose esperienze teatrali, cinematografiche e televisive) cattura il pubblico a ogni ingresso in scena. Daniele Carta Mantiglia - forte dell’esperienza maturata nel Giulietta e Romeo di Cocciante e nel Peter Pan con le musiche di Bennato – veste i panni del principe Christian, manda in visibilio il giovane pubblico femminile in sala e la sua voce è ormai una certezza.
Così come molto sicura è l’interpretazione – a livello vocale – della protagonista, Ariel, interpretata dalla giovane Simona Pulvirenti. A livello di recitazione, tuttavia, trasmette un personaggio fin troppo caratterizzato come ribelle, e quasi non riesce ad esprimere quel vasto potenziale di emozioni di cui questo ruolo può disporre.
Nel complesso, uno spettacolo godibile da grandi e piccini, realizzato con la passione e la forza del gruppo, nonostante qualche piccola pecca nell’impianto narrativo e nel disegno luci: infatti, alcune scene non sempre appaiono in continuità fra loro e risulta difficile stabilire se sia una scelta compiuta a livello drammaturgico piuttosto che registico. Gabriele Bonsignori,  qui al suo debutto come regista, ha compiuto un buon lavoro di costruzione dei vari personaggi, in alcuni casi forse eccessivo; a volte basta il talento per far crescere un personaggio, gettando allo stesso tempo le basi di un solido percorso professionale . E ognuno di questi giovani performer ha dimostrato di essere in grado di riuscirci.

Visto il 22-12-2011
al Nuovo di Milano (MI)