Prosa
LA STRADA

Massimo Venturiello nella sua…

Massimo Venturiello nella sua…
Massimo Venturiello nella sua presenza straripante e invadente è perfettamente a suo agio nei panni del rude Zampanò, artista girovago solitario, macho dominatore e quasi insensibile. Tosca nel ruolo che fu di Giulietta Masina è la fragile Gelsomina, che si incammina quasi coattamente con lui longo la Strada, in cerca di non si sa cosa: Gelsomina è debole, ingenua e "piccola", ritratto di una fanciulla che deve ancora ritrovare sè stessa, esatto contrario dell'artista Tosca, ormai sicura sul palcoscenico, dotata di una maestria nel maneggiare personaggi compplicati, emarginati, strani,e ci riesce non solo con la voce ( limpida ma pure roca, flebile ma forte, rotonda) ma anche con un'espressività che fa commuovere. I ruoli sembrano scritti appositamente per la coppia ( in scena e nella vita) dei due artisti. Il mondo, la strada, il circo: sono la stessa cosa, sono gli aspetti di una vita sempre più precaria che circonda i buoni, i cattivi, i sani di mente e i Matti. BIsogna decidere soltanto quando scendere dalla ruota panoramica e iniziare a vivere, sembrano dire/cantare i personaggi. Proprio le canzoni costituiscono la parte di "svelamento" dello spettacolo, in quanto racchiudono ciò che nè Gelsomina, nè gli altri "disadattati" che incontra sulla strada, riescono a comunicare: la mancanza di comunicazione, perno centrale nel rapporto con Zampanò, è handicap e opportunità al tempo stesso, costringe cioè a trovare vie traverse. La musica è una di queste. Germano Mazzocchetti combina le strofe "classiche" alla musica gitana e riporta in vita le atmosfere della Non-Dolce Vita raccontata da Fellini.
Visto il
al Manzoni di Milano (MI)