Lirica
LA TRAVIATA - SPECIAL EDITION

Solo la regia funziona bene, in una Traviata senza rodaggio

Solo la regia funziona bene, in una Traviata senza rodaggio
© Valentina Zanaga

Al Teatro Comunale di Treviso è La traviata di Verdi a siglare la breve stagione lirica 2021, con una produzione che vede coinvolti più teatri, veneti e toscani. Non sappiamo però per quale ragione non si sia mantenuta la terna dei protagonisti che l'hanno battezzata a Rovigo, prevista anche nelle sale di Lucca e Livorno, cioè Claudia Pavone, Gianluca Terranova/Raffaele Abete, Leo An. 

Fatto sta che la diversa scelta di cast, per queste recite trevisane, non ci convince assolutamente. Probabilmente per scarsezza di prove, le cose non funzionano a dovere: qui ognuno sembra cantare per sé, non s'avverte il necessario rodaggio, né l'affiatamento reciproco. E quindi latita pure la giusta credibilità scenica e musicale.

Poco affiatamento in scena

Il primo atto non è pane per Venera Gimadieva - le colorature sono leggiadramente glissate, corti gli acuti, il medium flebile - però il giovane soprano russo se la cava un po' meglio nel proseguo, dalla decorosa efficacia del confronto con Germont padre per giungere ad offrire un finale tutto sommato persuasivo. Nondimeno, la sua Violetta nell'insieme risulta ben poco incisiva. Alessandro Scotto di Luzio procede come il peggiore dei Turiddu, tutto impulso ed eccitazione, sbraitando febbrilmente senza troppa finezza; insomma un Alfredo buttato là; anche musicalmente appare superficiale, tutto da dimenticare.

Quando Simone Piazzola entra in scena, sembra voglia buttar giù a spallate la casetta degli amanti transfughi, e prendere a schiaffi prima Violetta, poi Alfredo. Purtroppo il suo Germont continua così, psicologicamente tetragono e vocalmente aggressivo, senza mutare andazzo sino alla fine. Nelle parti di fianco troviamo Emanuele Giannino, William Corrò, Francesco Toso, Michele Zanchi che se la cavano più o meno bene, e punte di ottima professionalità nella Flora di Andreina Drago e nell'Annina di Giovanna Donandini. Il Coro Lirico Veneto diretto da Giuliano Fracasso assolve con una certa dignità il suo compito, senza brillare.

Orchestra sì, direttore no

L'Orchestra Filarmonia Veneta assolve onorevolmente il suo compito; però la direzione di Francesco Rosa non prende il volo, procede placida, senza il giusto nerbo. Una guida, insomma, dal saldo mestiere e saviamente professionale, molto attenta ai dettagli; nondimeno monocorde nell'andamento, priva com'è di coesione e di tensione narrativa.

La stessa impressione accompagna la visione dello spettacolo impostato da Ivan Stefanutti, curatore di regia, scene, costumi e video proiezioni, ed assistito da Filippo Tadolini e Stefano Nicolao. Le limitazioni pandemiche avevano suggerito a suo tempo qualcosa di agile e minimalistico, una Traviata intitolata“special edition”. Ne è venuto però fuori un allestimento con poco glamour, diciamo in tono minore, che delude un po'; e certo non all'altezza di altre realizzazioni dell'artista udinese.


Buon che registicamente si avverta un'indubbia attenzione generale, con una drammaturgia ben studiata, non esulante dalle didascalie del libretto; ma scenografia d'impronta Dèco pare un po' troppo essenziale, benché abbia un suo senso.

Sullo sfondo, poi, ci mostra le immagini video di una città simile a Gotham City, che alla fine annoiano; curati i vestiti, sebbene non si esca dai soliti clichès ottocenteschi. Quanto alla trovata di sostituire nella festa in casa di Flora zingare e toreri – parti usualmente danzate - con alcune marionette senza fili mosse da invitate e camerieri, può anche andare. Tuttavia, lascia l'impressione di un gioco al risparmio.

Visto il 12-12-2021
al Comunale Mario del Monaco di Treviso (TV)