Lirica
LA TRAVIATA

Gli abiti di Violetta

Gli abiti di Violetta

All'Opera di Roma è riuscita una grande operazione mediatica sulla Traviata (regia di Sofia Coppola e costumi di Valentino), che ha portato a riempire quasi tutte le sedici recite in calendario durante due mesi.

La scena di Nathan Crowley (con la collaborazione di Leila Fteita) è sontuosa, sobria e di buon gusto: il salone della casa di Violetta ha sei grandi porte ad arco dietro una scala che scende dal piano superiore (e che serve unicamente a mostrare lo strascico verde del vestito della protagonista), della casa in campagna si mostra una serra vetrata, la casa di Flora non è poi dissimile dalla prima ma con colori che virano al blu, come anche la camera di Violetta per il finale con al centro un letto enorme in posizione scenografica contro una vetrata. Scene lussuose ma che obbligano a quasi un'ora e mezza di cambi e allungano troppo la durata della rappresentazione. In tale cornice perfetti appaiono i costumi disegnati da Valentino per la protagonista: nero con coda verde il primo, avorio trasparente il secondo, rosso il terzo e bianco il quarto. Gli altri, creati da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli della Maison Valentino, sono adeguati per il colpo d'occhio e raffinati nelle linee e nelle stoffe. Le coreografie di Stéphane Phavorin risultano comunque ben inserite nello spettacolo ed eleganti senza scadere nel banale, ben eseguite dal Corpo di ballo dell'Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato. Le luci di Vinicio Cheli, evidentemente per scelta del team creativo, lasciano il palco piuttosto al buio. A completare la parte tecnica i video curati da Officine K per il secondo atto: voli di rondini  tra nuvole in movimento nella prima parte e fuochi di artificio nella seconda.

Dopo le importanti prove registiche in film sul disagio giovanile e sulla difficoltà per i giovani di inserirsi da protagonisti nella società, Sofia Coppola era attesa in modo particolare in questo debutto nella lirica con un libretto che poteva prestarsi all'analisi. La californiana sceglie invece un approccio tradizionale, che evita approfondimenti di qualsiasi tipo e propone masse statiche e protagonisti che agiscono in modo pedissequo al libretto senza alcuna inventiva quanto a movimenti e gesti. Una regia lineare e sobria che si è forse fatta sopraffare da una “cornice” che, di conseguenza, ha diminuito la presa emotiva sullo spettatore.

Jader Bignamini è giovane ma dimostra di ben possedere la partitura, per la quale stacca tempi distesi in modo da sostenere al meglio il canto e il risultato è una direzione eccellente dal punto di vista delle dinamiche, dei colori e dell'espressività del suono. L'orchestra di casa lo segue con particolare entusiasmo, cosa che aumenta la resa musicale.

Maria Grazia Schiavo è una Violetta dal sontuoso registro centrale che sale facilmente all'acuto (non va bene il sovracuto del finale del primo atto ma ciò non toglie smalto alla prestazione). Arturo Chacòn-Cruz ha qualche limite vocale in alto ma si apprezza per lo slancio e l'interpretazione prodiga di baldanza: il suo Alfredo si muove con disinvoltura e testimonia in modo prepotente la giovinezza. Di gran classe il Germont di Giovanni Meoni, voce di colore perfetto anche se i toni rabbiosi risultano un poco duri. Adeguati i comprimari: Chiara Pieretti (Annina), Andrea Giovannini (Gastone), Roberto Accurso (Barone), Andrea Porta (Marchese), Graziano Dallavalle (Dottore) e la scurissima la Flora di Anna Malavasi. A completare il cast Rosolino Claudio Cardile (Giuseppe), Alessandro Fabbri (Domestico di Flora), Riccardo Coltellacci (Commissionario) e il coro ben preparato da Roberto Gabbiani.

Esaurita anche la recita a cui abbiamo assistito con molti applausi a scena aperta e nel finale e pubblico visibilmente soddisfatto: certamente una operazione di pieno successo che contribuisce ad avvicinare ancora di più gli spettatori della Capitale all'opera, anche a considerare che le ultime recite di Traviata si intrecciano a quelle della splendida e rara Linda di Chamounix (leggi la recensione sul sito).

Visto il 25-06-2016