Scritto da Ettore Scola, Antonio Pietrangeli e Ruggero Maccari, “La Visita” è un'amara commedia neorealista sull'incomunicabilità di coppia che vede protagonisti due signori di mezz'età, provenienti da sfere sociali diverse che sono caratterizzati da un'ampia profondità psicologica. Pina, una bella signora di 37 anni, ancora desiderabile, ma già troppo vecchia per la ristretta mentalità di provincia, si inventa un annuncio matrimoniale che metta fine alla sua solitudine e che le permetta di accedere alla stabilità della vita matrimoniale. Ha da parte un bella somma di denaro, possiede una bella casa ed è dotata di un simpatico entusiasmo adolescenziale. Adolfo è un signore di mezz'età che proviene dalla città, che poi si rivelerà agli occhi della ragazza un vile e un egoista.
“La Visita” è una sceneggiatura cinematografica con una matrice squisitamente teatrale, che la regia di Duccio Camerini fa emergere chiaramente in soli un'ora e un quarto di spettacolo.
Come Adua e Le Compagne (1960), Io la conoscevo bene (1965), Il magnifico cornuto (1964), film nei quali collaborano Pietrangeli ed Ettore Scola, anche “La Visita” racconta storie di persone il cui individualismo si scontra, non senza difficoltà, con la società e ne esce sconfitto, disilluso, amareggiato.
I personaggi di Scola e di Pietrangeli sono lontani dall'ideale di uomo coraggioso, ottimista e ironico delle commedie dei film americani. I protagonisti non sono eroi ma persone comuni, mediocri, che cercano un riscatto e provano ad elevarsi e che invece si scontrano con una società avversa, indifferente che li getta nell'impossibilità di farlo. “La Visita” ,attraverso un linguaggio improntato alla comicità e alla risata, comunica in realtà un senso di terrore, a causa della totale assenza di un lato “consolatorio” dell'esistenza, della consapevolezza tremenda che la vita è crudele, spietata, che spesso non offre una seconda possibilità.
L'elemento scenografico centrale è il letto che, nella creatività di Fabiana di Marco, diventa soggetto narrativo che scandisce le fasi della storia. All'inizio, sul palco sono sistemati due letti matrimoniali, uno di fianco all'altro, che raccontano le vite parallele di Pina e Adolfo e le loro rispettive storie di solitudine. A seguito della “visita” di Adolfo a Pina, i due letti si uniscono per trasformarsi nel lettone della casa di campagna di lei. Il letto della scenografia simboleggia l'incontro, l'amore, la vita; è l'oggetto che fa in modo che l'intreccio narrativo prosegua: è il luogo nel quale avvengono gli incontri, si scambiano confidenze, ci si conosce e, alla fine, ci si saluta per sempre.
Roma Teatro Sala Umberto 21-01-09
Visto il
al
D'Annunzio
di Latina
(LT)