Al Teatro Baretti va in scena il secondo appuntamento della trilogia sui romanzi dell'autrice torinese Rosa Mogliasso e le inchieste del commissario Barbara Gillo. Dopo il debutto da sala gremita, con L'assassino qualcosa lascia, il pubblico, meno numeroso, ma più giovane, questa sera si è lasciato appassionare dall'indagine scottante di L'amore si nutre d'amore: lo strano caso della scomparsa di un giovane di buona famiglia sabauda, Tanzio Accardi, le cui tracce si fermano a Montecarlo e al misterioso omicidio di una giovane donna sciocca e ricchissima. Tanto basta per innescare una girandola di situazioni, eventi, ricordi, dialoghi ed evocazioni serrate e ben giocate dall'affiatata compagnia del Teatro Baretti, guidata dal talentuoso Davide Livermore, in questa forma radiodrammatica, riadattamento curato dalla Mogliasso stessa.
Rispetto al primo appuntamento i personaggi sono maggiormente caratterizzati, il ritmo più intenso e la trama più avvincente. La messa in scena utilizza interamente lo spazio del teatro e le azioni degli attori, pur limitati dal copione alla mano, possono spaziare da dialoghi intensi quasi cinematografici a coreografici, e antinaturalistici, lazzi del bravo Lorenzo Fontana. Accentuati anche i siparietti comici e le battute salaci che fanno guadagnare spesso agli attori vivi applausi a scena aperta. Spettacolo divertente, di intelligente intrattenimento che, con l'ausilio di giuste melodie e luci efficaci, donano al pubblico due ore di svago. Ancora una volta è da segnalare la presenza - gradita per la consueta vena di comica ironia - dell'ex volto della TGR, Orlando Perera, nel ruolo di se stesso.