La commedia di William Shakespeare con un testo riscritto in maniera originale da Edoardo Erba e diretto con pragmatica efficacia da Serena Sinigaglia.
Incrociare il Falstaff di Verdi con la commedia shakespeariana, riportando le donne al centro della scena e mantenendo un focus costante ed esclusivo sulla femminilità: ecco Le allegre comari di Windsor! Ma con un testo riscritto in maniera originale da Edoardo Erba e diretto con pragmatica efficacia da Serena Sinigaglia.
La commedia di William Shakespeare, composta tra il 1599 e il 1601, nell’adattamento di Edoardo Erba viene tagliata e rimontata con maestria: un’ironia onnipresente rinfresca l’opera originaria, la comicità delle battute e qualche doppio senso, mai volgare, modernizzano il contesto, ma soprattutto emerge un’intelligenza drammaturgica nella (ri)costruzione della trama tanto efficace da creare una nuova storia e allo stesso tempo restare fedele a quella shakespeariana.
Coniugare l’essenza atemporale delle opere di Shakespeare con i temi e i linguaggi contemporanei
Le allegre comari di Windsor nasce nell’ambito del festival Glob(e)al Shakespeare, progetto di Gabriele Russo coprodotto dal Teatro Bellini e dalla Fondazione Campania dei Festival, nel quale sono state commissionate le riscritture di sei opere shakespeariane ad altrettanti autori, tra i più innovativi del panorama moderno, quindi messe in scena da sei promettenti registi.
La riscrittura di Edoardo Erba conferisce alla femminilità il ruolo centrale: “Ha salvato le parti femminili, mentre ha, invece, tolto tutti i ruoli maschili. La mancanza totale degli uomini fa sì che le figure femminili si possano prendere tutta la libertà che vogliono rispetto a questa interpretazione” racconta Chiara Stoppa, mentre è divertita Virginia Zini: “Con un gioco metateatrale la comare Page incarnerà suo marito, la comare Ford interpreterà il consorte e infine la cameriera Quickly diventerà Falstaff e, infatti poi, poverina, su di lei ricadranno tutte le varie burle”.
La tragica fine di Falstaff accompagnata dalle note di Verdi
Comare Page (Annagaia Marchioro) riceve una lettera d’amore dal Cavaliere Sir. John Falstaff. Anche comare Ford (Virginia Zini) riceve una lettera d’amore. Dallo stesso mittente e con il medesimo testo. Le due amiche, donne borghesi di mezza età, si confidano e quando la cameriera Quickly (Chiara Stoppa) rivela loro i veri piani di Falstaff, allora lo stupore iniziale si trasforma in un’occasione di vendetta: perché non interrompere il solito noioso rituale del tè pomeridiano per divertirsi e sfogarsi architettando una trappola per prendersi gioco di quell’insolente corteggiatore? Così Quickly vestirà, per gioco, i panni di Falstaff, mentre le due comari e la giovane Anne Page (Mila Boeri) faranno le prove generali delle burle e la povera cameriera ne subirà di ogni. Ma sul più bello, un inaspettato tragico evento sconvolgerà i loro piani.
“Ruzzola! Pizzica!”: il pubblico coinvolto nelle burle
Una scena moderna, tra pizzi, sgabelli e secchi, dove il colore bianco è predominante. I costumi, sempre rigorosamente bianchi, richiamano un po’ il teatro dell’assurdo, ma appena parte la recitazione sono il piglio ironico e la trama a dominare davvero la scena. Carismatica l’interpretazione di Chiara Stoppa e molto divertente il personaggio di Virginia Zini, arricchito di un’espressività fisica preziosa. Originale anche l’accompagnamento musicale dal vivo della fisarmonicista Giulia Bertasi, anche interprete “en travesti” (al contrario!) di Fenton, ed assai coinvolgente il momento in cui il pubblico, diviso fra uomini e donne, viene invitato a recitare la formula magica per tiranneggiare Falstaff.