Dedicatosi da tempo al teatro di denuncia, che ha avuto il suo apice nella versione drammaturgica del best seller di Roberto Saviano “Gomorra”, Mario Gelardi ha scelto, per questa stagione, di debuttare con uno spettacolo molto più essenziale di quelli nei quali si è prodotto negli ultimi anni, ritornando, ed è qui la vera e paicevole sorpresa, ad un linguaggio molto vicino a quello che utilizzava nei suoi primi copioni, in cui lo stile è improntato sull’ironia dal sapore anglo-americano. In realtà, “Le guardie del suo corpo”, questo il titolo della piece, sintetizza le sue due “anime”, poiché il nostro non rinuncia alla denuncia cronachistica, essendo oggetto del copione il famoso scandalo del “bunga bunga” in cui è stato coinvolto il nostro ex Presidente del Consiglio dei Ministri. Va detto subito che molti sono gli spunti di un divertimento schietto da parte del pubblico, poiché l’intelligente intuizione di Gelardi consiste nel raccontare l’episodio più squallido e più raccontato degli ultimi anni da una prospettiva diversa: due guardie del corpo, due giovani costretti, loro malgrado, ad assistere e, in un certo senso, a supportare, con il loro lavoro, i vizi e gli stravizi sessuali dell’ex premier e della sua corte. Nel ruolo dei due giovani Raffaele Ausiello e Carlo Caracciolo, che condividono con i loro personaggi l’appartenenza alla generazione dei trentenni, il primo nel più distante da lui compito di interpretare un romanaccio ignorante e superficiale, l’altro nell’empatico, anche col pubblico, ruolo di napoletano disincantato ed ironico. Va da se che la rispettiva differenza di difficoltà porta una consequenziale differenza di resa, poiché Ausiello, nel suo disegno interpretativo, dovendo soprattutto far fronte all’utilizzo di un dialetto non proprio, si produce in un personaggio a volte discontinuo, mentre Caracciolo si ferma ad un soffio dal convenzionale stereotipo del napoletano apparentemente cialtrone e disincantato, per poi rivelarsi sensibile e nauseato dal viavai a palazzo Grazioli. A completare il cast una bravissima Irene Grasso che interpreta la parte, a nostro avviso, meno riuscita del testo, poiché, nel chiudere la piece, Gelardi sceglie di ritornare al realismo cronachistico, attraverso la reale ricostruzione di uno dei festini da parte di una ragazza invitata che però decide di lasciare alle amiche il compito di soggiacere ai “piaceri presidenziali”. La Grasso riesce a coinvolgere nonostante la prevedibilità del suo ruolo, compito non facilissimo, in cui la giovane attrice da ulteriore prova del suo straordinario talento. Lo spettacolo diverte il giovane pubblico, soprattutto grazie alle riuscitissime gags dei due attori, ed alle battute, apparentemente non sense, ideate da Gelardi, che nella regia si dedica soprattutto alla costruzione stilistica dello spettacolo, mentre la direzione attoriale appare un po’ appannata ed affidata al fresco talento dei suoi interpreti. Il più grande merito di questo divertente spettacolo resta quello di essere la prima pietra per tracciare la strada giusta per quello che speriamo sia il futuro artistico del suo autore: quella di continuare a coltivare l’humor, di cui egli è assolutamente dotato, magari abbandonando, per una volta, la cronaca istantanea, le cui evoluzioni rischiano di rendere il testo obsoleto.
Prosa
LE GUARDIE DEL SUO CORPO
Bunga Bunga secondo il Security Service
Visto il
20-01-2012
al
Theatre de Poche
di Napoli
(NA)