Lirica
LE NOZZE DI FIGARO

Nozze coi fiocchi

Nozze coi fiocchi

Gli elementi che concorrono a decretare il successo e la piena fruibilità da parte dello spettatore di uno spettacolo lirico sono molteplici e spesso è sufficiente che uno solo di essi in qualche modo risulti deficitario perché tutto l’insieme ne tragga un detrimento, talvolta anche notevole. Questo non è certo accaduto con Le nozze di Figaro, presentate come secondo titolo in cartellone al Ponchielli di Cremona: uno spettacolo fresco, brillante, il cui ingranaggio funziona alla perfezione e che evidenzia come in Italia i teatri di tradizione abbiano ancora molto da dire e da aggiungere a quella che è la cultura nazionale.

L’allestimento di Mario Martone, ripreso per l’occasione da Raffaele Di Florio, è quello ideato dal regista per il San Carlo di Napoli e giunge ad implementare quell’interesse per la trilogia Mozart-Da Ponte, già alimentato nel pubblico attraverso la messa in scena lo scorso anno da parte di OperaLombardia del Don Giovanni di Graham Vick. L’azione scorre fluida, senza divisioni e interruzioni (se si eccettua l’unico intervallo posto fra il secondo e il terzo atto); la separazione tra palcoscenico e pubblico è del tutto vanificata dalla mancanza di sipario e dalle frequenti discese in platea dei protagonisti che rompono così l’illusione scenica. Le scenografie di Sergio Tramonti, fisse e di impianto tradizionale, consistono sostanzialmente nella presenza sul fondo di una grande balconata in legno scuro, contornata ai lati da due imponenti scalinate, cui si intonano perfettamente i bei costumi pensati da Ursula Patzak. La grande attenzione registica per ogni singolo gesto e particolare completa il quadro, riuscendo a scatenare non poche risate fra il pubblico ed evitando qualsiasi tipo di momento morto o di stasi.

Davvero di ottimo livello l’abilità scenica mostrata da tutto il cast, all’interno del quale spiccano i nomi di molti giovani vincitori del Concorso As.Li.Co. Su tutti brilla la Contessa di Federica Lombardi che evidenzia il possesso di uno strumento dal retrogusto morbido e vellutato, dotato di un colore davvero piacevole: ottime le mezze voci, l’emissione appare sempre ben controllata. Al suo fianco, in qualità di fedifrago consorte, il sonoro Conte di Vincenzo Nizzardo, caratterizzato da un nitore della voce e una solidità del registro grave degni di nota. Simpaticissimo Andrea Porta a vestire i panni di Figaro: se si scordano il leggeri problemi di intonazione e di tempo, non si può non rilevare quanto il personaggio interpretato risulti efficace e come il colore di base appaia piacevole. Lucrezia Drei è una giovanissima e brillante Susanna: l’acuto è pulito e raggiunto senza sforzo, buono il fraseggio, cristallino il mezzo. Un po’ incolore, dalla voce chiara, ma perfettamente intonato il Cherubino di Cecilia Bernini; tecnica perfettibile, soprattutto per quanto concerne il legato, per la Marcellina di Marigona Qerkezi.

Stefano Montanari dirige con brio e originalità l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano imprimendo un gusto fresco e frizzante alla propria personale lettura della partitura mozartiana, la quale, al ritmo del suo gesto, scorre veloce, in un amalgama di esuberante vivezza e dinamicità perfettamente in sintonia con la regia.

Vera e propria standing ovation del pubblico al termine dello spettacolo con applausi a profusione per tutti.

Visto il 18-10-2015
al Ponchielli di Cremona (CR)