Lirica
LE NOZZE DI FIGARO

Nozze fra giovanissimi

Nozze fra giovanissimi

Le nozze di Figaro torna a Genova per la prima volta dopo lo splendido allestimento di Bob Carsen in occasione del bicentenario mozartiano, irripetibile occasione in cui il Carlo Felice mise in scena la trilogia in giornate consecutive grazie al suo palcoscenico avveniristico (leggi qui la recensione) https://www.teatro.org/spettacoli/carlo_felice/le_nozze_di_figaro_401_2687#recens

L'attuale allestimento proviene dal teatro di tradizione di Sassari e quasi scompare nell'enorme boccascena il cui sipario resta in parte chiuso. La scena quasi unica di Tommaso Lagattola ambienta i primi tre atti in una serra che rende il libretto non privo di forzature e poi, nel quarto atto, quando ha senso la serra magari come giardino d'inverno, essa scompare per lasciare il posto a un vuoto metafisico con piccoli alberelli in vaso dalle forme triangolari. I costumi di Giovanna Buzzi sono contemporanei ma giocano in modo intelligente con dettagli che li retrodatano all'epoca mozartiana: corsetti, merletti, parrucche. Splendide le luci di Fabio Rossi: colori decisi per il fondale e atmosfera che cambia con lo scorrere delle ore per il palco. Quell'atmosfera che la regia di Marco Spada non riesce a tratteggiare, rendendo invece l'opera noiosa e non chiara nel plot, tanto che lo spettacolo rimane poco incisivo: il regista agisce per sottrazione ma quello che resta non basta né a intrigare, né a divertire. Soprattutto non sono sviluppati nodi essenziali alla trama (particolarmente nel secondo atto) e le poche invenzioni sono discutibili (per tutte il Conte che minaccia Rosina con il fucile).

La produzione ha presentato due cast diversi, entrambi di giovanissimi, inseriti nel progetto di ensemble opera studio EOS portato avanti dal Carlo Felice con lo scopo di formare nuovi talenti destinati a debuttare in produzioni del teatro. Non si deve quindi pretendere una maturità artistica ma gli interpreti, seppur musicalmente preparati e scenicamente disinvolti, si rivelano forse troppo giovani per questa opera che vorrebbe ben altro approfondimento per definire personaggi diversi per età, carattere ed estrazione.
Nella recita a cui abbiamo assistito si è distinta su tutti la Susanna di Maria Mudryak, dalla voce fresca e leggera e dalla figura agile e minuta; seppur giovanissima, la voce è già promettente per una musicalità innata e una linea di canto curata. Il Figaro di Valdis Jansons canta bene e se ne apprezza la voce morbida e omogenea, ma il ruolo vorrebbe maggiori doti istrioniche e varietà di fraseggio. Il Conte di Ricardo Crampton, nonostante un bel colore di voce, è penalizzato da problemi di emissione e soprattutto di dizione. Non sempre convince Gioia Crepaldi, in quanto la voce tradisce qualche asprezza che va a scapito della rotondità di suono che la Contessa richiede. Nonostante penalizzato dalla regia, il Cherubino di Margherita Rotondi risulta gradevole all’ascolto e se ne apprezzano le agilità curate ed il fraseggio. Non sempre a fuoco la Marcellina di Sophie Koberidze, soprattutto troppo giovane per risultare credibile nel plot. Emanuele Cordaro è un Bartolo sufficientemente sonoro. Piuttosto caricaturale, ma dal canto insinuante e curato, Matteo Macchioni nel duplice ruolo di Basilio e Don Curzio. Piacevole la Barbarina di Federica Di Trapani. John Paul Hacke è un Antonio corretto. Concludono il cast le due Giovani di Irene Celle e Marta Mari.  Il coro del Carlo Felice è stato preparato da Pablo Assante.

La direzione di Johannes Wildner è brillante e funzionale al racconto ma non ha sempre quella levità mozartiana necessaria per fare scaturire tutto il fascino e le sfumature liriche e struggenti della partitura. La concertazione vivace mantiene desta l’attenzione dello spettatore e si segnala per originalità in alcuni momenti, come il Se vuol ballare di Figaro e il Voi che sapete di Cherubino ma il suono non brilla e non è trasparente. Un po’ invadente, considerate le voci giovani, l’accompagnamento del fortepiano di Sirio Restagni dal suono decisamente marcato.

Qualche posto vuoto in sala, pubblico giovane e applausi generosi sia a scena aperta che nel finale. In questi giorni Genova offre l'opportunità a Palazzo Ducale (a due passi dal teatro) di visitare l'originale mostra dedicata a Edvard Munch.

Visto il
al Carlo Felice di Genova (GE)