Da “regista di strada” a Campi Bisenzio alle curve bianche dell’avveniristico Auditorium di Tenerife disegnato da Calatrava, Silvia Paoli approda al Comunale di Bologna col suo allestimento di Le nozze di Figaro nel solco di Opera Next, progetto della Scuola dell’Opera del Comunale in collaborazione con l’Opera Studio di Tenerife, grazie a cui questa nuova produzione vede impegnato un cast giovanissimo di cinque diverse nazionalità.
La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena di eventi drammatici e comici, al termine della quale i servitori si dimostrano più nobili e intelligenti dei loro padroni. L'intera vicenda può essere letta come una metafora delle diverse fasi dell'amore (Cherubino e Barbarina rappresentano l'amore acerbo, Susanna e Figaro l'amore che sboccia, il Conte e la Contessa l'amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l'amore maturo), ma è certo anche un modo ironico e fresco di prendersi gioco delle classi sociali privilegiate e debosciate, dell'epoca non meno che contemporanee.
I giovani artisti che compongono il cast sono stati selezionati tra numerosissimi candidati provenienti da tutta Europa e non solo, nel corso di più sessioni di audizioni tenutesi a Bologna, Madrid e Tenerife. Con questo giovane, talentuoso ed energico cast internazionale la prima delle tre opere italiane scritte dal compositore salisburghese ha ritrovato la sua primigenia freschezza. In quest’opera non c’è niente da inventare, si deve lavorare sulle dinamiche fra i personaggi e approfondirne le sfaccettature della sua dinamica atemporale. Esattamente quello che hanno fatto la regista da un lato e gli interpreti dall’altro.
Sul podio Hirofumi Yoshida, direttore principale, ospite del TCBO nonché Direttore Artistico della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, dirige con sicurezza, linearità, pulizia e dinamismo, senza indulgere in compiacimenti, ma non mancando certo di sottolineare i virtuosismi e le agili acrobazie vocali; sempre ottimo lavoro dell’orchestra e del coro del Teatro Comunale di Bologna. Gli interpreti sono incredibilmente ben equilibrati, come si rileva soprattutto nelle parti a più voci. La vera forza dell’opera sono le donne, anche dal punto di vista vocale: Cherubino, interpretato del mezzosoprano Shahar Lavi, entusiasma il pubblico sorprendendolo con la sua agilità, la Contessa d’Almaviva (Alexandra Grigoras) è l’unico personaggio che ha un reale sviluppo drammaturgico nella stesura dell’opera ed è veramente innovativa l’amicizia che travalica le barriere sociali che ha con Susanna (Alessandra Contaldo), fatto che viene esaltata da questa regia.