Si apre il sipario, si aprono le danze. La musica è travolgente, protagonista assoluta dello spettacolo di danza “Le quattro stagioni”. La Spellbound Dance Company, fondata nel 1994 e diretta dal coreografo Mauro Astolfi, sceglie di danzare sulle note del grande compositore veneziano Antonio Vivaldi. La musica, composta dal musicista per i suoi primi quattro concerti per violino, rivive in un balletto dalla singolarissima cifra coreografica intrecciandosi con le incursioni contemporanee del compositore Luca Salvadori. Dalla riuscitissima sovrapposizione di linguaggi e stili differenti, dalla integrazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo nasce uno spettacolo veramente incantevole. Mauro Astolfi, avvalendosi di un cast di ballerini dall’incredibile talento, reinterpreta la musica classica attraverso la danza contemporanea portando a livelli stilistici e tecnici sorprendenti quella sorta di neoclassicismo coreografico tipico del teatrodanza. Astolfi esplora i sentieri della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno portando sulla scena l’incantesimo della natura: le luci, i germogli della primavera, il caldo dell’estate, la malinconia autunnale fino alle tinte scure e tetre dell’inverno. La musica si traduce in pura danza che celebra il miracolo delle stagioni. Prima lenta e distesa, poi tesa e nervosa, veloce e sfuggente. Sono sempre a stretto contatto fisico i nove danzatori proprio a formare un corpo unico, un organismo vivente che pulsa, soffre, gioisce, condivide. Si muovono insieme sempre attorno ad una grande casa bianca, stilizzata, essenziale, unico oggetto scenico che di volta in volta diventa sorgente, foresta, rifugio, bosco, germoglio, schermo sul quale si compongono immagini e proiezioni di immagini. È un balletto senza sosta, convulso, denso e vorticoso, carico di emozioni che trasfigurano in un’atmosfera gioiosa e allegra, a tratti più cupa e inquietante. I ballerini saltano, strisciano, rotolano, in una polifonia di corpi di volta in volta indipendenti o correlati: sei donne e tre uomini, in un mix di accelerazioni, fughe e stasi creano una trama di movimenti ora sincronici, ora sfasati. Lo sguardo si perde in un gioco di movimenti mai simmetrici gli uni rispetto agli altri, mai uguali a se stessi. La musica parla attraverso la danza e la danza vive attraverso la musica che non solo si ascolta ma si vede, si vede sulla scena nelle linee e nelle tensioni dei corpi dei danzatori che si muovono come ondate di note musicali che si intrecciano tra loro. Energia, forza e virtuosismo caratterizzano il balletto che ripercorre in modo del tutto nuovo il ciclo delle stagioni, oggetto di sperimentazione e ricerca coreografica che si concretizza in una insolita commistione di generi. Uno spettacolo poetico, intenso, ammaliante che ha tutta la forza della danza e del teatro nella loro più suggestiva espressione.