Lirica
L'ELISIR D'AMORE

UN SOGNO D'AMORE

UN SOGNO D'AMORE

“Favole e sogni” dice Pietro Metastasio in alcuni versi che Italo Nunziata riprende per introdurre le sue note di regia. Un sogno d'amore, potremmo aggiungere noi: l'Elisir non può prescindere dal dato sentimentale, pur trattato in modo ironico.

La scena di Pasquale Grossi è un contenitore grigio chiaro, una scatola che lascia spazio all'azione in modo funzionale. Infatti l'opera può evitare senza troppi problemi il luogo e il tempo voluti dal compositore, anzi, in alcune trasposizioni addirittura ne guadagna, come in questo caso: i sentimenti sono credibili e trattati in modo misurato e convincente e restano gli attrezzi necessari al plot (le balle di fieno, i tavoli e le sedie, valigie e bauli per Dulcamara). L'ambientazione è elegantemente liberty e déco nelle linee geometriche e nei fiori stilizzati di colore celeste polvere sullo sfondo, opera del finlandese Hannu Palosuo. I costumi, sempre di Pasquale Grossi, privilegiano le tinte ocra e situano l'azione nel Novecento, senza strappi. Giuste le luci di Patrick Latronica.

Il cast è formato da giovani e bravi cantanti: il ruolo dei teatri di tradizione deve essere quello di cercare e lanciare voci nuove. Angela Brun è una Adina dal viso d'angelo (“La ricetta è il mio visino, in quest'occhi è l'elisir”) e dalla voce pulita che non teme le agilità. Yijie Shi è Nemorino, giusto nel contegno e nella voce sicura e sonoramente lirica. Julian Kim è Belcore, narcisisticamente fiero del proprio bell'aspetto e dotato di voce brunita ed espressiva; terrorizza le guardie al suo seguito ma rivela un cuore tenero grazie al peluche che porta sempre con sé. Mattia Olivieri debutta in Dulcamara e lo adatta alle proprie corde giovanili, trasformandolo in un piacente prestigiatore. Ottima per attorialità e vocalità la vispa Giannetta di Elide De Matteis Larivera che nel finale, prevedibilmente, finisce tra le braccia di Belcore. Con loro il coro lirico marchigiano.
Roberto Polastri imprime tempi giusti alla Filarmonica marchigiana, il suono è abbastanza leggero e sempre sotto controllo, anche se alcune sfumature potevano essere colte in modo più preciso.

Teatro esaurito, pubblico divertito, moltissimi applausi durante la recita e nel finale.
La stagione prosegue con Rigoletto nell'allestimento dello Sferisterio di Macerata che in questi giorni è in turnè nei teatri del Circuito lirico lombardo (recensione da Cremona presente nel sito).

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