Lirica
LES CONTES D'HOFFMANN (I RACCONTI DI HOFFMANN)

Quando il diavolo veste di rosso

Quando il diavolo veste di rosso

Semplicità ed eleganza d’ambientazione, sapiente uso di luci ed ombre, a sottolineare la perenne lotta fra bene e male, ecco le cifre caratteristiche del nuovo allestimento de Les Contes D’Hoffmann per la regia di Frédéric Roel, le scene di Bruno de Lavenère e i costumi di Lionel Lesire, proposto a conclusione della stagione lirica cremonese targata 2014. Olympia fa la sua sortita dall’interno di un cubo girevole e si muove poi, lei quasi umana, in mezzo a convitati che sono tutti bambole meccaniche simili fra loro, celanti la vuotezza dello sguardo d’automa dietro enormi occhiali scuri. Fra specchi, cuscini, lampadari di cristallo e ambienti ispirati alla belle époque si aggira, invece, la sensuale Giulietta che fa dell’eleganza il suo segno distintivo. Intrappolata all’interno di una stanza cubica, quasi claustrofobica, la bella Antonia vive nel ricordo della madre defunta in compagnia di un pianoforte velato a lutto e insidiata dal dottor Miracle che, abbigliato di rosso come tutte le figure che nell’opera rappresentano il male, disteso in cima al cubo che rinchiude e protegge la fanciulla, la spinge a cantare fino a farla morire. Una regia sobria quella di Roel, ma attenta al dettaglio, mai invasiva e sempre perfettamente in accordo con la componente musicale.

Larissa Alice Wissel interpreta tutti i ruoli femminili dell’opera con grande maestria, palesando una notevole abilità tecnica a supporto di uno strumento vocale di ampia estensione e davvero ricco di colori. Gli acuti e i sovracuti della parte di Olympia sono eseguiti senza esitazioni e incrinature, la figura di Antonia, dal canto suo, ne esce perfettamente cesellata con compostezza e con la giusta dose di drammaticità e sentimento. Michael Spadacini è un Hoffmann vigoroso, dalla vocalità generosa, con qualche apertura di troppo in zona acuta, ma scenicamente sciolto. Le varie personificazioni del male vedono sul palco un Abramo Rosalen dal cipiglio realmente diabolico: il timbro è piacevolmente caldo e scuro e, a parte qualche leggera titubanza nella zona alta, l’intonazione appare salda e costante. Con loro Alessia Nadin (Nicklausse/La Musa), Stafano Consolini (Sapalanzani/Nathanael), Nadija Petrenko (Madre), Mariano Buccino (Crespel/Luther), il bravo Matteo Falcier (Andres/Cochenille/Frantz/Pittichinaccio), Vincenzo Nizzardo (Hermann/Schlemil).

Sonorità vigorose e gesto deciso per Christian Capocaccia che, alla direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, si è mostrato sempre abile nell’affrontare le non poche difficoltà insite nella partitura (qui eseguita nella versione Choudens del 1907), sottolineando correttamente l’alternanza fra i momenti malinconici e i palesi rimandi al mondo dell’operetta e gestendo al meglio il rapporto fra buca e palcoscenico. Buona la prova del Coro del Circuito Lirico Lombardo.

Teatro non gremito, ma pubblico davvero entusiasta e prodigo di applausi sul finale e nel corso di tutta la rappresentazione.

Visto il 08-12-2014
al Ponchielli di Cremona (CR)