Non è certo cosa facile trasformare gli scritti Italo Calvino in spettacolo teatrale, ancor più se non si tratta di portare in scena un racconto, una novella o un romanzo. Se poi il testo con cui ci si vuole cimentare è una conferenza, l'impresa diventa ardua. Ma non per il duo Orlando Forioso e Giorgio Albertazzi, regista e protagonista di queste Lezioni Americane di Italo Calvino.
Le lezioni americane sono una serie di 5 conferenze scritte da Italo Calvino per la Harvard University che nel 1985 lo aveva invitato per le Charles Eliot Norton Poetry Lectures. Quindi è già possibile intuire il contenuto dello spettacolo teatrale, ma chi pensava di assistere a una declamazione accademica (magari noiosa) dal contenuto filosofico letterale, e per questo è rimasto a casa, ha sbagliato.
Forioso e Albertazzi fanno rivivere Italo Calvino nei giorni in cui è impegnato alla stesura delle sue Six Memos for the Next Millennium, specialmente della prima: la leggerezza. Ad accompagnarlo nella fatica c'è una giovane studentessa (l'attrice Roberta Caronia) e una giovane violoncellista (Benedetta Borciani) che dovrà sottolineare a suo orecchio i momenti salienti della lectio magistralis.
Calvino/Albertazzi inizia la sua lezione sulla leggerezza, una lezione per letterati e semplici amanti della letteratura e dell'arte in generale; perché Calvino non fa discriminazioni: l'arte non si deve capire, basta anche solo sentirla (citazione da Picasso). Albertazzi diventa così l'insegnante di tutti i presenti in sala e non solo della giovane studentessa che ha sempre le domande giuste a cui dare risposta.
L'insegnante conduce la sua classe in un excursus letterario plurimillenario: dal mito di Perseo e Medusa a Eugenio Montale, da Dante e Cavalcanti a D'Annunzio, da Lucrezio e Ovidio a Shakespeare, Cirano e Cervantes fino a Borges, Leopardi, Kundera e Kafka. La lezione di Italo Calvino è una corsa ad ostacoli che porta alla comprensione della leggerezza come l'opposto della sua 'apparenza' letterale: la leggerezza è la consapevolezza della pesantezza della vita.
E ogni citazione dello scrittore diventa una prova di attore per il grande Giorgio Albertazzi, di grande ulteriore prova del suo genio recitativo: così discostante, a volte confuso e a momenti quasi afatico nell'impersonare Calvino (al punto di confonderci inizialmente che la sua fosse una situazione di reale difficoltà), diventa di una precisione e di una impeccabilità recitativa, di un trasporto emozionale da far scattare applausi fragorosi.
Albertazzi sul palco si 'dissocia', diventando Calvino e i personaggi delle sue citazioni letterarie, impersona i millenari protagonisti della prosa e della poesia e il professore che perora la sua tesi.
Tesi che Italo Calvino avrebbe dovuto sostenere in America durante l'anno accademico 1985/86. Ma morì nel settembre del 1985 e le sue lezioni rimasero nel cassetto fino a quando la moglie decise, nel 1988, di farle pubblicare postume.
A Giorgio Albertazzi e a Orlando Forioso va il grande merito di farle rivivere nei teatri, di far rivivere il grande genio di Italo Calvino.