Danza
L'HISTOIRE DE MANON

Guillem e Murru, coppia vincente per Manon

Guillem e Murru, coppia vincente per Manon

Vedere danzare sul palcoscenico della Scala ne “L’histoire de Manon” del coreografo Kenneth MacMillan Sylvie Guillem, dopo parecchi anni di assenza (mancava dal 2005) un mito della danza classica per chi la conosce da sempre, figura affusolata, linee inimitabili, il suo “invidiatissmo collo del piede”, grande energia e forza espressiva, è stata una vera emozione per il pubblico della prima presente al Piermarini.
Applausi a scena aperta, un grande calore da parte degli spettatori ma anche della stessa orchestra, insomma una energia positiva è circolata per tutta la durata della rappresentazione tra spettatori e artisti, grazie a quella particolare magia che solo dei ballerini di grande sensibilità riescono a creare.

In realtà la storia della bella cortigiana  Manon Lescaut che ci riporta ai suoni delle opere di Puccini e di Massenet, non potrebbe esistere senza il personaggio di Des Grieux. Il giovane studente che per l’amore di Manon sarebbe disposto anche a dare la vita è stato interpretato alla prima scaligera da Massimo Murru, il quale ha dato al pubblico una grande prova d’artista per la grande sensibilità con cui ha saputo disegnare la psicologia del personaggio. Dapprima ingenuo e appassionato inammorato della bella fanciulla, poi più violento e aggressivo nel difenderla a spada tratta, e infine disperato e incapace ormai di affrontare la tragedia della di lei perdita.
Un grande affiatamento quella nata sul palcoscenico tra Sylvie Guillem e Massimo Murru; la coppia ha saputo creare un perfetto equilibrio tra tecnica e interpretazione, tra espressività e virtuosismo che solo i grandi sanno fare. Non un gesto falso, non una recitazione forzata nei loro duetti, non un passo che non avesse una precisa motivazione psicologica. E tutto questo grazie anche al pregio di un coreografo quale MacMillan il quale creò la coreografia nel 1974 per il Royal Ballet. Pur non essendosi mai distaccato dalla tecnica classico accademica, ha saputo individuare nei suoi balletti nuove forme espressive, più teatrali, come del resto aveva fatto negli stessi anni Jhon Cranko con lo “Stuttgarter Ballett”.

Sin dai suoi primi esordi Mac Millan era interessato ai comportamenti, ai risvolti emotivi dei suoi personaggi. Non a caso la seducente infuocata Manon, attratta dai gioielli e dal potere ma fondamentalmente fedele all’amore puro e disinteressato, è un ruolo creato appositamente per una danzatrice in grado di unire sensualità, tecnica, interpretazione ad un grande carisma, qual è appunto Sylvie Guillem. Ma il fascino di Manon dà l’occasione anche per creare tre splendidi ruoli maschili, ovvero il personaggio di Lescaut, fratello di Manon e interpretato alla prima da un energico e convincente Thiago Soares, dalla forte fisicità e dalla tecnica impeccabile per i grandi salti e le piroutees, da De Grieux, del quale si è già detto, e da Monsier G.M  interpretato da Bryan Hewison che ben disegna il personaggio di mezza età desideroso di comprare la bellezza e la giovinezza di Manon.

MacMillan ha saputo fare del personaggio di Manon una creatura dalla doppia anima attraverso la vivacità di una coreografia nella quale il personaggio appare prima come una elegante e seducente cortigiana che danza insieme ad altre belle cortigiane le quali cercano di sedurre i più ricchi con le loro moine. Poi lei, denudata da ricchezze e apparenza, è trasformata in una povera prostituta abbandonata da tutti tranne che dal suo giovane e disinteressato amante. E’ un personaggio doppio, in cui la carne e lo spirito combattono uno contro l’altro. Ma sarà l’amore a vincere.
L’histoire de Manon fu creata per i due ballerini più lirici del Royal Ballet ovvero Antoinette Sibley e Anthony Dowell che negli anni Settanta ebbero un grande successo, dando quella particolare dimensione teatrale ad una vicenda in cui Manon e De Grieux sono di fatto due personaggi dominati da opposte passioni che però alla fine confluiscono in quella dell’amore. Manon, di nascita oscura e plebea, è convinta che senza il denaro non si è nulla in una società priva di altri valori, De Grieux invece pur essendo nobile è disposto a rinunciare alle sue ricchezze pur di seguirla. Insomma due figure contraddittorie ma di grande teatralità che Murru e Guillem hanno saputo disegnare con grande passione.


Teatro alla Scala dal 27 gennaio all’11 febbraio


 

Visto il 27-01-2011
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)