Antonio Cornacchione e Ippolita Baldini dimostrano grande affiatamento interpretando al meglio un testo di chiara attualità, capace di raccontare con semplicità e ironia i disagi economici e i malesseri politici della società italiana.
Grande intesa artistica, testo ricco di dettagli e due comici irresistibili: questi gli ingredienti di L’ho fatto per il mio Paese, commedia diretta da Daniele Sala che raccoglie il tutto esaurito, grandi applausi e soprattutto fragorose risate.
Antonio Cornacchione e Ippolita Baldini dimostrano grande affiatamento interpretando al meglio un testo di chiara attualità, capace di raccontare con semplicità e ironia i disagi economici e i malesseri politici della società italiana dell’ultimo decennio, sfoderando un registro comico efficacie nel divertire il pubblico.
Rapire la Ministra, sogno segreto di ogni italiano
La “tragicommedia appassionata” racconta le vicende di Benedetto (Andrea Cornacchione), ex infermiere che si è dimesso per raggiungere finalmente l’agognato pensionamento, e che resta però intrappolato in un limbo: la recente riforma ha cancellato la sua pensione come anche, a detta dei giornali, quella di centinaia di migliaia di altri lavoratori. Improvvisamente la deludente vita di Benedetto può avere una svolta quando assiste a un piccolo incidente che coinvolge l’onorevole Burgi Campani (Ippolita Baldini), Ministro del Lavoro e commercialista affermata, e il proprio cane. L’occasione è ghiotta: soccorrerla oppure… rapirla e chiedere come riscatto l’abolizione della sciagurata riforma?
Robin Hood o sequestratore fantozziano?
Il maldestro rapimento, però, non va come programmato: la Ministra è un vero disastro, snob e totalmente alienata dalla realtà della gente comune, mentre Benedetto, impacciato e sfortunato, non riesce a imbroccarne una giusta. Intanto il Governo cade e nessuno cerca più la Ministra: malintesi, irresistibili gag e colpi di scena, e tra Benedetto e la Burgi Campani nascerà una sinergia, o un’amicizia, per risolvere i rispettivi problemi e riprendere le redini delle proprie vite.
Scritto da Francesco Freyrie, Andrea Zalone e dallo stesso Cornacchione, L’ho fatto per il mio Paese può sicuramente vantare una trama narrativamente sviluppata e al tempo stesso chiara e immediata. È inoltre ricco di dettagli, precisi anche nei tecnicismi (previdenziali, normativi, ecc), e descrive con grande efficacia una fetta di realtà italiana. Molto buono anche l’equilibrio narrativo, con una prima parte comica e una seconda metà tragico-drammatica. A livello drammaturgico Cornacchione e la Baldini cadono in alcune sbavature nell’interpretazione del copione che, però, sono prontamente rimediate da magistrale improvvisazione di entrambi e da un affiatamento artistico eccezionale. Molto efficacie il loro ascendente comico che anche nel genere commedia è capace di divertire il pubblico con grande successo.