Prosa
LI NEPUTE DE LU SINNECO

Equivoci e travestimenti nel nome di Scarpetta

Equivoci e travestimenti nel nome di Scarpetta

La compagnia guidata da Gabriella Cerino e Peppe Celentano,  con il loro “Li nepute de lu Sinneco”,  trasformano il teatro Arcas in una simpatica taverna. L’opera, che conserva i suoi tre atti originali, diverte il pubblico del circolo ,anche se non si tratta di puro Scarpetta. Questo era inevitabile non essendo messa in scena da una compagnia avvezza alle modulazioni e alle maschere scarpettiane, ma ciò non è necessariamente un difetto. L’opera è del 1884, quindi una commedia degli equivoci scritta per un pubblico diverso da quello odierno, troppo disilluso per una comicità tanto scoperta quanto quella di Scarpetta. La compagnia è però riuscita, proprio non rimanendo nei canoni scarpettiani, a mantenere una delle caratteristiche principali di questo teatro, la popolarità, la vicinanza al pubblico e il suo fine, cioè il puro divertimento. Per fare questo i personaggi dovevano essere coloriti in modo diverso dalla tradizione, e così anche i rapporti di ruolo tra loro andavano leggermente modificati. Così il sindaco interpretato da un Peppe Celentano, di cui non si può far a meno di notare la grande esperienza ,allontanandosi dal personaggio ingenuo, stile Semmolone, diventa il mattatore, il maestro d’orchestra dell’azione comica scalzando Il ruolo di Felice Sciosciammocca, nella gestione della scena. Anche qui Michele Danubio, non porta sulla scena la maschera tradizionale di Felice, ma lo dota di tutta una serie di caratteri quasi pulcinelleschi, che trasformano positivamente il personaggio, rendendolo particolarmente divertente. Il personaggio più lineare, forse, è quello della nipote interpretato da Gioia Miale, che riesce a tener testa, con buona pulizia nella recitazione, all’energia prorompente del Danubio.
Efficace e lineare è la regia di Gabriella Cerino, che ha avuto la responsabilità di dirigere attori anche molto giovani e non appartenenti a questo tipo di teatro, un teatro che tra l’altro è nato prima della nascita e dell’arrivo in Italia del lavoro registico, ma che oggi senza un’adeguata direzione, manderebbe la mesa in scena allo sbaraglio. L’attrice si regala anche un personaggio ma i meriti sono soprattutto per la ben fatta direzione registica.
Riprendere Scarpetta è una sfida difficile, soprattutto in questo caso in cui la metà degli attori sono giovanissimi ed estranei a questa tradizione, ma la compagnia è riuscita a cavarsela bene e cosa più importante a divertire il pubblico.

Visto il 29-05-2013
al Circolo Arcas di Napoli (NA)