Sempre aperto alle nuove esperienze, il Filodrammatici di Milano, per due settimane ha aperto le porte a "Luminescienz, la setta" creata dalla giovane compagnia teatrale Oyes, in residenza al suddetto teatro. Una di quelli che non si è lasciata convincere dall'alquanto innovativa dottrina religiosa è stata la nostra redattrice Olga Romanova.
A differenza di molti altri teatri milanesi, le prime al Filodrammatici raramente si svolgono in una sala vuota o riempita a metà. Giovani leve artistiche, diplomati o corsisti della rinomata accademia – ovviamente, se non impegnati su qualche palcoscenico – non perdono mai l'occasione per vedersi o per farsi vedere in mezzo a questa allegra confraternita dei seguaci di Talia e di Melpomene. Baci e abbracci non mancano. Proprio come in "Luminescienz (la setta)", la terza produzione di Oyes, formata anch'essa dagli ex allievi della celebre fucina di nuovi talenti.
Il soggetto sul palco è ben conosciuto: la turlupinatura dei gonzi in nome della "felicità eterna". Non a caso la parola stessa "turlupinare" deriva dal nome della setta dei turlupini i quali, nel lontano medioevo, a quanto pare, hanno combinato non pochi guai. Lo scenario proposto dal drammaturgo nonché da uno dei protagonisti Dario Merlini e dal regista Umberto Terruso è seguente: un uomo impelagato nei debiti e in altri brutti affari simula un incidente d'auto e, dopo un periodo di coma, si risveglia dichiarandosi un Messia. Intorno a lui si forma un gruppo di fedeli tra cui la sua ex-compagna, in preda alla depressione a causa di un aborto spontaneo, e un noto attore cinematografico che soffre di aichmofobia. Quel che accade dopo e la fine della storia sono abbastanza prevedibili. Basta sfogliare qualche giornale o fare una ricerca su Google e la trama è presto fatta.
L'idea di Oyes, a quanto pare, è stata proprio questa: creare uno spettacolo, con toni tra il serio e il faceto (più faceto che serio), per raccontare di questo fenomeno sociale e psicologico con il quale molti di noi, in modo diretto o indiretto, probabilmente hanno avuto a che fare o ne hanno quanto meno sentito parlare. Ovviamente, non potevano mancare le parodie su Tom Cruise (Scientology), Lancaster Dodd ( "The Master"), Isa Calabrese (la moglie del capo di Arkeon). Un allegro pot-pourri di personaggi che grottescamente animano il palco attribuendo a "Luminescienz" le parvenze di una messinscena goliardica, una specie di spettacolo di fine corso, fatto, principalmente, per la stretta cerchia degli amici. Senza grandi pretese di innovazione e di profondità. Per cui si fa davvero fatica a considerarlo un lavoro "meditato" (visto che siamo in tema di spirituale), teatralmente parlando integro e, tanto meno, farsi convincere dal "profeta dell'ultima ora".