Prosa
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù

MA CHI È VERAMENTE LA BESTIA?

MA CHI È VERAMENTE LA BESTIA?

L'uomo, la bestia, la virtù non è solo una satira sferzante del mondo borghese, delle sue convenzioni, della falsa onestà che esso pratica quotidianamente, ma anche un capolavoro del “grottesco” pirandelliano in cui la tragedia personale dei protagonisti appare straniata dal “comico”, che li rende sì ridicoli, ma al contempo rivela in essi uno strazio profondo autenticamente sofferto.

L'uomo è l'onesto professor Paolino che, durante le frequenti assenze del di lei fedifrago marito (la bestia), ha messo incinta la casta signora Perella (la virtù). La necessità di dare al nascituro legittimità fa escogitare ai due amanti ogni mezzo atto a far sì che, durante l'unica giornata in cui il violento capitano Perella transita da casa, egli possa prestare intime attenzioni ad una moglie che da tempo spregia. I due, pur di raggiungere lo scopo, calpestano ogni pudore, giungendo ad apprestare pozioni afrodisiache per la bestia e ad agghindare la povera signora Perella in modo caricaturale così da risvegliare nel marito l'istinto perduto.

Ecco dunque che la logica delle convenzioni borghesi portata alle estreme conseguenze finisce per esplodere dall'interno, i ruoli ricoperti dai protagonisti e assunti con estremo rigore vengono smascherati nella loro inconsistenza, le "forme" in cui ognuno di noi si chiude e in cui viene riconosciuto dagli altri si rivelano quanto mai fragili.

Nell'allestimento di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, le scene, curate da Marc'Antonio Brandolini, sono semplici, ma efficaci. L'azione si svolge per così dire in un enorme armadio, immaginato sul fondo, dal quale emergono di volta in volta i vari personaggi: domestiche scorbutiche, vicini di casa invadenti ma nel contempo utili alleati, esilaranti figure di pestiferi studenti bistrattati dal professore e scanzonati marinai.

Enzo Vetrano è un indimenticabile signor Paolino che, dietro l'apparente fragilità di un uomo sensibile, rivela una determinazione senza pari nel conseguire i propri scopi. Magistrale è Ester Cucinotti nel delineare una signora Perella dilaniata dal conflitto fra la propria pudicizia ancestrale e la necessità di dovervi rinunciare momentaneamente per poter mantenere ancora in futuro l'immagine di donna onesta. Stefano Randisi è un esilarante Nonò, figlio dei Perella, petulante, noioso e spesso non brillante per arguzia, bistrattato e umiliato costantemente dal padre, il capitano Perella, irascibile e violento, ben interpretato da Giovanni Moschella. Con loro Margherita Smedile nel ruolo delle due bisbetiche governanti di Paolino e dei Perella, Antonio Lo Presti in quello del dottor Nino Pulejo e di suo fratello Totò il farmacista ed infine Giuliano Brunazzi e Luca Fiorino nei panni dei due scolari e dei due marinai.

Pubblico entusiasta e molti applausi nel finale. Lo spettacolo è stato dedicato da un commosso Enzo Vetrano alla memoria di Maurizio Viani, recentemente scomparso, che ha curato le luci.

Visto il 20-02-2012
al Ponchielli di Cremona (CR)