Sembrano ormai collaudati la collaborazione e l’affetto di Leo Nucci con il Teatro Municipale di Piacenza, che mette in scena questa nuova produzione di Macbeth con il baritono come protagonista. Un nuovo allestimento affidato al regista Riccardo Canessa che si avvale delle sobrie scene ideate da Alfredo Troisi. La visione di Canessa è un Macbeth tradizionale in cui i due protagonisti, il re scozzese e la sua Lady, interagiscono in modo appassionato e coinvolgente mentre il mondo intorno a loro, rappresentato dal coro, assiste statico al loro trionfo, alla loro pazzia e alla loro rovina. La regia di Canessa non si distoglie in nulla dal libretto e, indubbiamente, questo è un punto di forza ma ha la capacità di saper dare quel pizzico di interpretazione personale che aggiunge qualcosa in più. Le idee delle tre streghe che intervengono con attenzione scenica nella vita di Macbeth come cattivi geni e che alla fine lo accolgono morente nel loro trono sono azzeccate ed efficaci. Le scene semplici e lineari sono caratterizzate da due elementi: un’ombra di un albero irradiato da luci livide che qualifica il luogo delle streghe e una parete arabescata che è l’interno del palazzo; scene che sono completate dagli efficaci giochi di luci di Michele Cremona.
Il protagonista indiscusso della serata è stato Leo Nucci che, particolarmente in forma, è riuscito ancora una volta a entusiasmare il pubblico, nonostante l’età, con una voce e una tecnica inossidabili: una vera ovazione con ripetute richieste di bis al termine dell’aria Pietà, rispetto, amore ha dimostrato il grande affetto del pubblico piacentino per lui. Una Lady giovane ma di temperamento: Susanna Branchini si è segnalata per la bellezza della voce e per la sua estensione, ma anche per la potenza, in un ruolo arduo; anche scenicamente ha saputo affiancare un veterano come Nucci riuscendo in una ottima rappresentazione, segnalandosi in modo speciale fin dall’inizio con la cavatina Vieni… t’affretta!. Si è segnalato anche il basso Carlo Colombara in Banco, imponente non solo d’aspetto ma anche nella voce, calato appieno nel personaggio e impeccabile vocalmente. Ivan Defabiani è un giovane tenore che abbiamo anche recentemente sentito ne L’amico Fritz e riveste qui il ruolo di Macduff, che di solito è affidato a cantanti più “anziani”, ma ha saputo, con la sua voce fresca e giovanile, eseguire la parte con sicurezza: la struggente aria Ah la paterna mano è riuscita splendidamente e ha raggiunto appieno il plauso del pubblico. Ben dotato anche il giovane Marco Ciaponi in Malcom, mettendo in risalto una brillante voce tenorile ben equilibrata. A completare il cast Federica Gatta (Dama della Lady), Mariano Buccino (Medico e Domestico), Juliusz Loranzi (Sicario e Araldo).
Francesco Ivan Ciampa ha garantito una direzione espressiva e drammatica ma, nello stesso tempo, ha fatto emergere anche le espressioni più delicate e i colori più intensi; l’Orchestra regionale dell’Emilia Romagna si è dimostrata all’altezza di un’opera così complessa e impegnativa. Il coro del Teatro di Piacenza, preparato da Corrado Casati, ha saputo essere eccellente protagonista in diverse parti dell’opera.