Cosa rimane oggi di Butterfly? Un'opera, un storia di amore, di maltrattamenti e di maschilismo. Un amore romantico e di accettazione di un destino affrontato con dignità che conduce al suicidio.
Tutto è già accaduto. L'amore romantico è solo un ricordo. Un sentimento concluso del quale oggi rimane solo l'eco, il ricordo, un modello cui puntare, aspirare, però in qualche modo irraggiungibile e non disponibile.
Butterfly rimane come fantasmatica presenza, un chimono dallo strascico esagerato che collega l'allora al presente ma che la risucchia anche al tempo cui appartiene.
Nel presente le figure di Pinkerton e Butterfly si sdoppiano, si moltiplicano, il sentimento di amore visto come un'eterna mancanza e attesa adesso non è più solo quello della donna per l'uomo ma anche quella del figlio per il padre dell'uomo per la donna e, anche, della donna per la donna e dell'uomo per l'uomo.
L'amore, il dolore e l'aspirazione alla felicità sono indissolubilmente legati e segnati come una mancanza.
Una volta erano volta rappresentati dall'opera lirica.
Oggi lo sono dalla danza da una coreografia, magnifica, della Imperfect Dancers Company, allestita come uno spettacolo di teatro, dove sono i personaggi a danzare non il corpo di ballo a interpretare dei personaggi.
Una partitura musicale complessa che non si preoccupa di un rispetto formale della pagina musicale di Puccini ma la rielabora all'evocazione di un mondo che dal passato arriva fino al nostro presente per parlarci e raccontarci della fragilità dei sentimenti che accomuna uomini e donne.
Pochi ed essenziali elementi: una luce che circoscrive l'arrivo di un uomo con la sua valigia, il figlio di Pinkerton e Butterfly, strappato alla sua cultura e (de)portato in Europa.
Un dolore talmente vasto da farlo rimanere in scena per i primi quadri della coreografia, inane, eppure presente.
Un arredo (un tavolo e due sedie) sospesi a mezz'aria in fondo alla scena, con il gusto metafisico di un'ombra obliqua proiettata prima ancora che sulla scena sul destino dei personaggi evocati.
I costumi squisita sintesi tra occidente e oriente una giacca su un pantalone dalle gambe amplissime che ricordano un abito (un kimono?).
La storia come memoria e origine. Da scoprire e dalla qual essere in qualche modo risarciti.
Un allestimento teatrale dove la danza si impone per la sua ricerca totale che si dirige verso le direzioni le più inaspettate capace di riscrivere la grammatica del porteur e della porteuse e dove la passione per l'amore ma anche per la propria storia attraversa fisicamente la donna quanto l'uomo in una riscrittura paritaria del sentimento amoroso (e della grammatica coreutica) al di là dell'impianto primonovencentesco dell'opera pucciniana e del libretto di Giacosa e Illica.
Un incanto. Un sogno. Una coreografia che chi l'ha vista non dimenticherà facilmente.
Un altro grande appuntamento di una rassegna di danza che continua nella sua programmazione culturale con pervicacia nonostante l'indifferenza delle Istituzioni.
Danza
MADAMA BUTTERFLY’S SON
Una coreografia indimenticabile
Visto il
29-07-2013
al
Vascello
di Roma
(RM)