Umorismo e ironia unite alla leggerezza di una visione di vita sopra le righe, ecco che cosa propone “Matti da slegare” con Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, diretti da Giole Dix. Regia fresca e armoniosa con brevi sketch musicali per il cambio di scena che sollecitano l’attenzione del pubblico.
Un gioco a due tra Elia e Giovanni, fra la poesia e l’altruismo; piccole sequenze di vita quotidiana movimentate dall’arrivo di due figure femminili (Irene Serini e Gisella Szaniszlò) che ravvivano le loro esistenze: la norma e l’imprevisto, cioè il controllo esterno per supervisionare il rispetto delle regole e la forza irruente della vita.
Il titolo dello spettacolo, il cui testo è tratto dalla commedia norvegese “Elling & Kjell Bjarne” di Axel Hellstenius, rivela la tematica della malattia mentale, il reinserimento sociale dopo un periodo trascorso in una casa di cura, ma oltre le etichette in scena appare una realtà leggera ma oltre le etichette in scena appare una realtà dinamica, agevolata dalla scenografia con scale, porte e finestre e dalla scelta di un legno chiaro che distende e illumina.
Interpretazione divertente che non cade nel patetismo, supportata dalla fama nazionale degli attori e del regista che insieme hanno costruito una squadra perfetta per rendere un tema complesso, e talvolta facile ai luoghi comuni, in uno spettacolo fresco che sensibilizza un largo pubblico sui temi della malattia mentale e alterità.