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MENELAO

Il fallimento dell'eroe: è questo il Menelao di Davide Carnevale

Menelao
Menelao

L’abilità drammaturgica di Davide Carnevale mostrano in Menelao la tragicità dell’uomo contemporaneo, quel perenne senso di insoddisfazione che trasforma la mente in una macchina infernale.

Gli artifici scenici del Teatrino Giullare e l’abilità drammaturgica di Davide Carnevale mostrano in Menelao la tragicità dell’uomo contemporaneo, quel perenne senso di insoddisfazione che trasforma la mente in una macchina infernale.

Il fallimento dell’eroe

L’eroe greco non ama Elena, si adagia dentro un letto-sarcofago e chiede aiuto a diversi personaggi (Zeus, rapsodi, Proteo ecc.) per cambiare la propria vita. Desidera la fama e il successo del fratello Agamennone con cui dialoga attraverso l’animazione con le ombre del volto disegnato sul libro. Menelao decide di riscrivere la propria vita e inventa nuove memorie e imprese, ma il senso di fallimento lo sovrasta.

Lo spettacolo si apre con la nascita di Atena dalla testa di Zeus, il battito del cervello da cui nasce la ragione, e si articola in più sequenze narrative che presentano gli incontri e i conflitti di Menelao con sé stesso.


La ragione genera infelicità

La struttura drammaturgica è antica: si attraversano i tre stadi della tragedia greca, con una concentrazione maggiore proprio sulla Krisis, sul conflitto del protagonista che esprime una sofferenza condivisa e collettiva, cioè il senso di fallimento che deprime e induce a pensieri suicidari. Neanche l’amore della donna più bella della Grecia riesce a restituirli la felicità. Non riesce ad amare gli altri perché non ama se stesso.

La ragione della sua infelicità – gli confesserà Proteo, la divinità dalle mille facce –è se stesso. La sofferenza è sociale e privata: sociale perché è giudicato dall’esterno inadeguato a soddisfare le richieste di imprese eroiche e memorabili, privata perché i suoi pensieri lo ingabbiano in una dimensione intrapsichica delirante. Da questa posizione di fragilità Menelao, dopo aver simbolicamente tentato il suicidio, indotto da spiritelli demoniaci animati con abilità e voce sicula, comprende la verità e sogna la vita. Il protagonista si smaschera dalle angosce ed ecco che giunge la Katarsis finale.

L’allestimento e le scene curate da incidono profondamente sull’interpretazione della storia, connotano in maniera espressiva la drammaturgia tragica ma anche ironica di questo Menelao afflitto e depresso.

Visto il 23-02-2019