Prosa
MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO. STORIE DA SYNAGOSYTY

Quante storie per farvi capire che sono italiano.

Quante storie per farvi capire che sono italiano.

Di monologhi se ne vedono sempre più spesso in teatro. Per i pochi soldi che ci sono in giro, per la rapidità e l'economicità dello spostamento, per individualismo, solitudine o per altri motivi più o meno artistici ci si ritrova con una certa frequenza davanti a uomini e donne seduti su una sedia che parlano. Raccontano una storia, in prima, terza, quarta o sesta persona: storie private, storie di uomini illustri, storie nuove o vecchie. Ma perchè si dovrebbe ascoltare la sua storia? Non è Mozart, Montale, Fenoglio o Robenspierre, quindi per quale motivo si dovrebbe star seduti ad ascoltare una persona comune, con una vita comune, che racconta cose comuni?
Se non si trovano risposte convincenti a questa domanda probabilmente abbiamo visto un'operazione narcisistico-onanista, se invece si esce dalla sala diversi, con una punto di vista in più sul mondo, allora quella storia andava raccontata e ascoltata.
Come quella di Aram Kian – personaggio -, nato e cresciuto a Sinago Milanese da padre iraniano e madre romana. La seconda generazione, un italiano figlio di incroci tra culture. La sua storia ci svela piccole realtà nascoste ai nostri occhi, sfumature di una popolazione ancora spaventata dal diverso, dal poco conosciuto. La rabbia, gli stratagemmi, le ingiustizie, l'amore tutto intrecciato come in un romanzo dal vivo. Un libro che parla e materializza con vivida precisione i personaggi che lo popolano, grazie alle straordinarie capacità affabulatorie di Aram Kian – attore - , solo in scena con jeans e maglia, una sedia e la scenografia sonora realizzata da Roberto Tarasco. La drammaturgia in alcuni punti soffre di eccessiva letterarietà e una lieve flessione del ritmo narrativo, ma nel complesso la storia è semplice ed avvincente, comune e straordinaria. Spettacolo che porta la firma alla regia di Gabriele Vacis che si concetra sulla direzione dell'attore e sulla drammaturgia, ricavandone un piccolo racconto che vi farà guardare gli altri con occhi diversi.

Visto il 12-12-2012
al Baretti di Torino (TO)