Lo dico subito: il teatro civile, di denuncia, mi piace molto.
Fatta questa premessa parliamo di questo spettacolo:
il mondo deve sapere, questa storia, quest’inchiesta, questa realtà ricostruita attraverso e-mail, diari e lettere.
Questo teatro ci sveglia dal torpore del nostro piccolo mondo fatto di camera e cucina.
Questo teatro ci rivela realtà che i nostri mezzi di comunicazione filtrano, un po’ per quieto vivere, un po’ perché l’arma dell’antisemitismo è brandita come una lama che taglia qualsiasi cosa tocca, giusta o sbagliata, oggettiva o soggettiva.
Questo teatro ci porta aldilà della sterile cronaca, ci fa intuire l ‘umanità dietro la tragedia, ci ricorda che dietro a quelle immagini passate al volo nei Tg ci sono persone vere, che hanno vera paura e vero sangue.
La drammaturgia è letteraria, per ovvi motivi, ma Cristina Spina non riesce nell’intento di renderla colloquiale colpa del compiacimento, dell’eccessiva enfasi, del commento dietro ad ogni battuta scomoda, della morale che vuole imporre. Questa storia non ha bisogno di predicatori, si commenta da se. Manca una supervisone registica, credo, che poteva smussare quel ditino puntato.
Ma il mondo deve sapere, e quindi se siete nel dubbio vi consiglio di andarci, di ascoltare e, se vi pare, spendere un pensiero la prossima volta che il Tg parla di Gaza.
Visto il
al
Galleria Toledo
di Napoli
(NA)