"Aperto", il festival di Reggio Emilia composto da due parti REC -Reggio Emilia Contemporanea- e RED -Reggio Emilia Danza, è stato inaugurato il 15/10/2009 da Saburo Teshigawara con una unica rappresentazione italiana.
Leader del gruppo di danza KARAS, Saburo Teshigawara all’inizio della sua carriera ha dedicato molto tempo allo studio approfondito del balletto. In seguito ha partecipato contemporaneamente a vari eventi, lavorando con video-artisti e musicisti di rock rumoristico, coi quali ha presentato diversi lavori nello spazio “Antenna 21” del distretto di Shibuya, a Tokyo. Già allora era chiaro che T. non amava il termine modern dance, svincolato dal teatro e dalle altre arte visive.
In MIROKU Saburo Teshigawara sembra basarsi sul guardare il presente con l’occhio del futuro. Per Teshigawara, la danza sembra essere la continuità del futuro che porta a completamento ogni secondo. Il senso del tempo emerge con purezza dai movimenti del corpo, e parimenti lo spazio viene plasmato dal movimento e dal ritmo. La scena è una scatola che cambia ogni momento con la magia dei disegni di luci progettate da Teshigawara. Nella prima metà della piéce si percepisce quasi lo scaturire di una vita dall’oscurità, come se fluttuasse nell’acqua, fondendosi piacevolmente con l'atmosfera circostante. La fluidità del movimento appare talmente naturale, che gli attimi di immobilità danno l’impressione di essere la punta estrema di un passo innaturale. Ma questa fluidità di movimento diventa un moto nervoso e vibrante con l’ingresso di suoni esplosivi o metallici. Questa espressione non è solo una trasformazione intima, ma una modificazione delle qualità del corpo stesso. Teshigawara ha trasformato sapientemente le qualità della sua fisicità, cancellando il corpo in quanto tale e ricercando mediante il corpo una forma di danza dello spirito. Egli indaga le più nuove forme di danza, e crea una rappresentazione magnifica ed epica della spiritualità umana. In aggiunta alla coreografia Teshigawara plasma la musica e le luci e propone non uno spettacolo di danza ma un’istallazione artistica e il suo successo maggiore sta nel creare “parole”, linguaggi, per i cinque sensi. I giochi di luce creati dallo stesso Teshigawara sono eccezionalmente belli. Lo stile della sua danza è basato sul dialogo con il corpo stesso. In tutte queste componenti artistiche c’è un costante sottolineare la libertà verso la sua stessa attività creativa che non smette di catturare lo spettatore. Teshigawara è un ideatore artistico completo, che non fa distinzione tra le componenti: mentre affronta seriamente il balletto propone un’espressione visuale complessa e composita e durante lo svolgimento della rappresentazione si comprende e si sente che la finalità della stessa sta nel perseguire una forma di sensibilità e percezione che sottende alla parte non visibile dello spettacolo, la volontà di perseguire qualcosa radicato più profondamente nell’esperienza umana. A questo punto, che si tratti di un “prodotto” ottenuto attraverso l’uso del corpo o l’uso delle arti visive in genere, lo spettatore riesce a sperimentare un profondo stupore e a sentir risuonare chiaramente connessioni profonde con il puro intelletto. MIROKU esprime i concetti di ariosità, materialità e leggerezza partendo dalla prospettiva del corpo e dandogli espressione. Come la parola “aria” richiama il concetto di vuoto e separazione, altrettanto la musica di questo allestimento è diretta verso la rumorosità, quasi a considerare la musica suono non strutturato ma strutturante lo spazio.
Visto il
15-10-2009
al
Municipale Romolo Valli
di Reggio Emilia
(RE)