Prosa
MOBIL

Spettacolo dinamico, che riem…

Spettacolo dinamico, che riem…
Spettacolo dinamico, che riempie gli occhi per la scelta scenografica del regista Lluis Pasqual, Mobil è diretto da uno degli ex-giovani talenti spagnoli degli anni ’80, ormai uomo di consumata bravura e dalle idee forti. La messa in scena, costruita da un gigantesco schermo LED dalle dimensioni di tutta la quinta, rappresenta in maniera digitale i paesaggi raccontati. C’è la strada come viene vista da chi guida l’auto, chi parla al telefono guidando, come nei film, c’è l’aeroporto, ci sono i primi piani di chi usa il videotelefono: lo schermo potrebbe sembrare un personaggio in più, tanto la sua presenza si fa osservare. Dei quattro protagonisti, due madri e i rispettivi figlio e figlia, che non si sono mai visti nella vita, si incontrano in un aeroporto dopo lo scoppio di una bomba. L’attentato è passato su tutti i televisori e la figlia di una e il figlio dell’altra donna tentano di comunicare col cellulare, poi si incontrano. A quel punto succedono cose inimmaginabili, sebbene siano già accadute molte cose imprevedibili che ci hanno nel frattempo fatto conoscere tutti i protagonisti. Ma è ‘Mobil’, che dà il titolo alla commedia, il telefono mobile, il cellulare di cui nessuno sa più fare a meno, il vero protagonista assoluto. Scritta da Sergi Belbel, quarantenne catalano considerato uno dei più apprezzati talenti drammaturgici della Spagna odierna, la pièce è divertente, estremamente veloce e fresca, vista chiaramente con uno sguardo giovane seppure disincantato, conserva una buona dose di cinismo e romanticismo. Per conoscere il teatro moderno europeo, questo è un titolo da vedere con grande piacere. Milano, Teatro Studio, 4 maggio 2007
Visto il