Comico
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New York, martedì 11 Settembr…

New York, martedì 11 Settembr…
New York, martedì 11 Settembre 2001. Ore 7.38 del mattino.Giovanna è una musicista europea che da quattro anni vive a Soho insieme al suo compagno, Greg. Suona la tiorba, uno strumento musicale simile al liuto: una passione ereditata dal nonno, tramandatale insieme ad un antico esemplare di rarissima fattura. Proprio quella mattina l'attende un appuntamento irrinunciabile: un'audizione con un famoso direttore di orchestra, che potrebbe far decollare la sua carriera e cambiare radicalmente la sua vita. Ma, quando è già pronta per uscire di casa, si rende conto che la porta è chiusa dall'esterno: a causa di un banale contrattempo, Greg ha portato con se il suo mazzo di chiavi, intrappolandola involontariamente nel loro appartamento. L'unico mezzo che Giovanna ha a disposizione per tentare di uscire - il più rapidamente possibile - da questa inopportuna e ansiogena reclusione è il telefono: per contattare un fabbro, per rintracciare la donna delle pulizie, ma soprattutto per convincere Greg - ancora arrabbiato con lei per un litigio avvenuto la sera precedente - a venir via dal suo ufficio al World Trade Center per tornare ad aprirle la porta di casa. Francesca Reggiani - prigioniera di un appartamento e di un telefono che continua a squillare - è protagonista di Controtempo, opera prima dell'autore Christian Simeon. Una commedia claustrofobica che si dispiega sotto l'ombra incombente di una catastrofe epocale. Il meccanismo della tensione gioca al contrario, sul filo di un duplice conto alla rovescia. Un countdown inesorabile e spietato scandisce i minuti ancora a disposizione della protagonista per uscire di casa in tempo per arrivare puntuale all'audizione, che coincidono esattamente con quelli che separano l'inizio di una giornata come tante dalla tragedia sta per compiersi. Mentre Giovanna si ingegna, con crescente affanno, per procurarsi una qualsiasi via di fuga - tentando, parallelamente, di arginare gli assalti telefonici di una mamma ossessiva e invadente, e di sorvegliare il fratello Martino, che si trova in vacanza a New York e che si è reso quasi irreperibile - lo spettatore assiste ai suoi disperati tentativi di evasione, in un crescendo di tensione dovuto alla piena consapevolezza di quanto sta per accadere all'esterno. I toni brillanti di una tragicomica quanto banale disavventura quotidiana sfumano progressivamente in un'inquietudine incalzante, che la stessa Giovanna sembra inconsciamente percepire. Un'angoscia indefinibile e senza nome scavalca a poco a poco le barriere delle comunicazioni telefoniche, lasciando emergere un turbinio di pensieri e di parole mai esternati, ma d'improvviso prepotentemente urgenti. Per convincere, a tutti i costi, Greg e Martino a venir via dal WTC. Per persuaderli - senza quasi più la necessità di alcuna motivazione razionale - a correre entrambi a casa da lei. Subito. Ora. Prima che arrivino le 8.45. Francesca Reggiani è bravissima nel declinare l'interpretazione della sua Giovanna - divorata da un'ansia crescente e incontenibile - lasciandola fluire con equilibrio e sensibilità dalla dimensione della comicità a quella del dramma. Con lei sul palcoscenico, Beatrice Schiros scandisce - come una presenza fuoricampo - i minuti che si consumano ineluttabili, bilanciando in tempo quasi reale quello che sta accadendo e quello che sta per succedere. La regia fine ed impeccabile di Vacis asseconda e valorizza meravigliosamente l'intero lavoro, impreziosendolo con alcune soluzioni di geniale impatto ed efficacia. Roma, Ambra Jovinelli, dal 9 al 21 Gennaio 2007.
Visto il
al Puccini di Firenze (FI)