Performance e fotografia, un binomio particolare che ha generato un risultato in fieri, come già suggerisce il titolo.
Kinkaleri nasce nel 1995 a Firenze come “raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo”. Da sempre interessati alla sperimentazione attraverso diversi mezzi artistici come la musica, il movimento, la ricerca dello spazio e dell’effetto visivo, attraverso la performance No title yet il gruppo artistico cerca di indagare nuove dimensioni fisiche e antropologiche: per realizzare questo è fondamentale la collaborazione con Jacopo Benassi, fotografo ligure che immortala in diretta l’esperienza in bianco e nero.
Il pubblico protagonista
Il pubblico è protagonista attivo e per 40 minuti si ritrova proiettato in una pista di una discoteca con luci stroboscopiche e musica ad alto volume. Non ci sono istruzioni, c’è chi inizia a ballare, c’è chi registra un video col cellulare, chi sta fermo a guardare e ad aspettare che accada qualcosa. Benassi scatta incessantemente fotografie ai presenti che vengono proiettate in diretta; non è possibile sottrarsi ai flash che fissano i presenti in pose estemporanee.
I performer Marco Mazzoni e Jacopo Genna presenti tra il pubblico, si muovono nello spazio a ritmo di musica, i loro gesti sono spezzati e grazie alle luci sembrano meccanicamente comandati. Due corpi automatizzati.
Un rito collettivo
La performance si conclude così come è cominciata, con il silenzio e con le luci di scena accese, ma qualcosa nel mezzo è successo: lo spettatore ha preso parte a un rito collettivo che ha visto i presenti essere lì, in quel preciso momento e in quel preciso spazio, allestito con musica, luci e immagini. Una performance che lascia aperta l’idea d’incompiuto e di work in progress che possa, un domani, costruire un mosaico di istanti delle persone che consciamente o inconsciamente hanno preso parte a questo moderno rito collettivo.