Lirica
NORMA

Bologna, teatro Comunale, “No…

Bologna, teatro Comunale, “No…
Bologna, teatro Comunale, “Norma” di Vincenzo Bellini NORMA TAGLIATA E CONFUSA Nel corso di una stagione lirica al di sotto delle aspettative è andata in scena un'attesa Norma, in cui tutta l’attenzione era concentrata sulla presenza di Daniela Dessì, al suo debutto nel ruolo. Altri motivi di interesse erano i sipari e i fondali ideati da Mario Schifano per il Petruzzelli di Bari nel 1991, solo in minima parte realizzati e utilizzati prima che un incendio distruggesse il teatro. La regia era affidata a Federico Tiezzi, direttore del teatro Metastasio di Prato, abituale alla prosa ma con ripetute incursioni nella lirica (con risultati alterni), il quale ha iniziato la sua carriera proprio collaborando con Schifano: memore di studi in storia dell’arte ed estetica Tiezzi ha affrontato in maniera più profonda di quanto non avvenga solitamente quel neoclassicismo di cui Norma è figlia. Il risultato è una buona esecuzione, anche se non priva di limiti. Le scene erano caratterizzate dalle querce (al neon) e dalla bianca luna disegnate da Schifano e realizzate da Pier Paolo Bislieri che ha composto una scenografia all’insegna del già visto, con un’ambientazione stile Impero già utilizzata dallo stesso in altre opere, di chiara origine pizziana, con citazioni (poco comprensibili, a dire il vero) da quadri di David e sculture di Canova, che dovrebbero spiegare quello che è già chiaro in sé, ma che alla fine creano solo confusione: vedi i Druidi armati di picche che sembrano le alabarde di Star Wars, i figli di Norma che giocano con il trenino elettrico. Una proposta finto – nuova che lascia perplessi. Spiazzante il primo impatto coi guerrieri galli e i sacerdoti di Irminsul vestiti con grandi sai bianchi e Pollione da corazziere inglese (costumi realizzati da Giovanna Buzzi). La Dessì è approdata a Norma avendo un'intera carriera alle spalle e dopo aver percorso tutto il repertorio possibile, dal belcanto fino all’opera verista, adattando così il personaggio alle sue caratteristiche vocali. Norma è uno dei ruoli meno agevoli che solo colossi del canto quali la Cigna e la Caniglia riuscivano a rendere interamente, grazie al volume e alla notevole agilità della voce. Purtroppo, nella nostra serata, Daniela Dessì ha affrontato il palcoscenico nonostante una grave indisposizione e questo ha condizionato l’esito; solo nelle scene finali la voce è ritornata ad essere quella per cui la Dessì è tanto famosa, risultando padrona del ruolo nonostante la fatica nell'acuto. Il ruolo di Pollione era affidato al tenore Fabio Armiliato, voce leggera, di bel colore ma con emissione forzata, soprattutto nell'acuto; inoltre poco naturale sulla scena, forse preoccupato di non “ombreggiare” il debutto della Dessì. Rafal Siwiek è un Oroveso con voce grossa più che ampia, poco basso molto baritono; non si comprende poi la scelta di un Oroveso cieco. Adalgisa era Kate Aldrich, ottima, con voce scura e importante, forse non nel personaggio attorialmente. Bravi la Clotilde di Maria Luce Erard e il Fabio di Antonello Ceron, che nelle sue poche battute ha fatto sentire una voce ben proiettata e squillante. La direzione del maestro Evelino Pidò, con i suoi troppi tagli, le cadenze, i tempi stringati e marziali, privi di rallentamento (ne hanno risentito coro e solisti, che in più punti hanno “sbandato”) ha condotto l'Orchestra del Teatro Comunale a emettere suoni secchi e fragorosi, quasi bandistici, nonostante la sua risaputa pignoleria e sensibilità filologica. Bravo il coro del Comunale, diretto dal maestro Paolo Vero. Teatro pieno, data la notorietà dell’opera e della protagonista, ma pubblico freddo e troppo (maleducatamente) rapido nell’abbandonare il teatro. Visto a Bologna, teatro Comunale, il 07 maggio 2008 Mirko Bertolini
Visto il
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)