Prosa
NORMA

Un quadro neoclassico

Un quadro neoclassico

Una Norma dai tratti grandiosamente imponenti quella andata in scena con lo storico allestimento di Hugo de Ana del 2004, una Norma la cui azione viene trasposta dal regista, non senza qualche incongruenza, in epoca napoleonica, quando la Francia, come fece già Roma, volle dominare il mondo.

Scene e regia
L’allestimento è a scena fissa: una grande aula romana che può ricordare quella di una basilica, ben indagata in ogni dettaglio e investita dalle immagini cangianti di una serie di proiezioni che, con i loro rimandi a statue, grottesche, pitture pompeiane e quadri di David, richiamano costantemente alla mente le reinterpretazioni neoclassiche dell’arte antica, proprie di inizio Ottocento. Due alte colonne, ruotando su se stesse e muovendosi lateralmente, ricreano i diversi ambienti con l’ausilio di scarso materiale di scena. L’effetto, certamente voluto, quasi da tableau vivant, che vede le masse spesso relegate sul fondo e i protagonisti parchi nei movimenti, conferisce al tutto una staticità di base che a volte pare eccessiva, a fronte certo di una innegabile bellezza complessiva. Apprezzabili i costumi stile impero che vedono donne altocinte circondate da ufficiali francesi e austriaci. Il finale, in cui i due protagonisti non muoiono sul rogo ma trafitti da soldati, è un chiaro rimando ideale all’immagine delle tre spade poste al centro de Il giuramento degli Orazi di David.

L’aspetto vocale e strumentale
Csilla Boross è una Norma vocalmente e scenicamente credibile, ma la gestione dei fiati vacilla non poco, così come appaiono evidentissimi i problemi tecnici nella gestione degli acuti che risultano simili a vere e proprie sciabolate. Convince Anna Maria Chiuri nel ruolo di Adalgisa: a fronte di qualche leggera fatica nella zona alta, l’emissione appare ben curata e la voce è sonora, rotonda, dotata di un bel timbro scuro. Rubens Pellizzari è un Pollione che fatica un poco a calarsi nel ruolo, ma lo strumento è cristallino ed è gestito sempre con grande professionalità. Marko Mimica è un Orovesto dai tratti troppo giovanili, ma la voce è bella e solida, anche nella zona acuta. Adeguati i comprimari: Madina Karbeli (Clotilde) e Antonello Ceron (Flavio).
Direzione un poco incolore per Francesco Ivan Ciampa che, dopo un inizio piuttosto energico, si abbandona ad una lettura della partitura non certo ricca di particolari sottolineature drammatiche o guizzi interpretativi; apprezzabile su tutto l’attenzione posta al palcoscenico.
Buona la prova del Coro dell’Arena preparato come sempre da Vito Lombardi.

Visto il 27-04-2017
al Filarmonico di Verona (VR)