Un allestimento ormai entrato nella storia del teatro, con le straordinarie musiche di Riccardo Cocciante, che, nelle due tappe precedenti, ha riscosso un enorme successo di pubblico con quasi due milioni e mezzo di spettatori.
E' partita in questi giorni da Parma la tournèe in occasione del decennale del debutto italiano di Notre Dame de Paris, che porterà nuovamente il musical in giro per l'Italia. Si tratta di un allestimento ormai entrato nella storia del teatro che, nelle due tappe precedenti, ha riscosso un enorme successo di pubblico con quasi due milioni e mezzo di spettatori.
La storia
La storia è sostanzialmente quella narrata da Victor Hugo ne Il gobbo di Notre Dame, una vicenda triste, dal tragico finale, in cui si intrecciano amori impossibili, folli passioni, ingiustizie e pregiudizi. Il cardine attorno al quale tutto ruota è la figura della bella Esmeralda, gitana che vive sotto la protezione dell'amico Clopin la quale, suo malgrado, è in grado di suscitare grandi passioni. Di lei si innamorano, infatti, Frollo l'arcidiacono della Cattedrale che cova segretamente in sé questo fuoco, il capitano delle guardie del re, Febo, che è ricambiato da Esmeralda, ma che è già fidanzato con la giovane borghese Fiordaliso e, da ultimo, Quasimodo, il campanaro gobbo della Cattedrale che nutre per la zingara un amore puro e incondizionato.
I fatti presto precipitano quando Frollo, cieco di gelosia, pugnala alle spalle Febo e fa ricadere la colpa su Esmeralda che viene imprigionata. A questo punto, proprio mentre l'arcidiacono si presenta in carcere promettendo alla gitana la libertà in cambio del suo corpo e riceve da lei un diniego sprezzante, interviene Quasimodo che libera la giovane e la conduce con sé sulla torre. Clopin dal canto suo, non comprendendo le vere intenzioni del gobbo, assalta la Cattedrale per liberare l'amica e viene ucciso da Febo nel corso di uno scontro. Il povero Quasimodo allora, credendo erroneamente che Febo voglia liberare Esmeralda, consegna la donna a Frollo il quale, a sua volta, la trasmette alle guardie. Il capitano in realtà ha promesso a Fiordaliso, disposta a riprenderselo solo a questa condizione, la morte di Esmeralda che viene subito condotta al patibolo. Quasimodo, dopo aver assistito all'impiccagione della sua amata, resosi conto del tradimento dell'arcidiacono, folle di rabbia, getta Frollo dalla torre e distrutto dal dolore, conduce il corpo della giovane alla tomba lasciandosi morire su di essa.
Le straordinarie musiche di Cocciante
Proprio in una vicenda come questa Cocciante ha trovato il terreno ideale, attraverso l'utilizzo della tematica dell'amore tradito così cara alla sua esperienza di cantautore, per sviluppare pienamente la sua poetica, imprimendo così il proprio 'marchio di fabbrica' ad una serie di melodie e temi musicali, molto simili fra loro a dire il vero, ma che si dipanano con buona coerenza.
Sul fondo, per tutta la durata dello spettacolo, spicca un muro fatto di grosse pietre mobili, che talvolta si aprono a guisa di finestre, a rappresentare la Cattedrale; in scena, invece, generalmente vuota per permettere i movimenti all'ottimo corpo di ballo, compaiono in alcuni momenti un paio di gargoyles che ruotano su se stesse e, nel secondo atto, oltre a una gabbia che funge da prigione per Esmeralda, le famose campane di Notre Dame, aggrappati alle quali alcuni acrobati si lanciano in movimenti davvero funambolici che creano quell'atmosfera gioiosa, quasi circense che è un po' la costante dell'intero spettacolo.
I costumi e gli attori
Belli i costumi, dalla fattura non collocabile in un'epoca precisa, realizzati da Fred Sathal, efficaci le luci cangianti di Alain Lortie.
Molto buone le capacità attoriali di tutti i protagonisti tra i quali spicca la voce corposa e dal bel colore di Angelo del Vecchio nei panni di Quasimodo. Alessandra Ferrari è, invece, una tenera Esmeralda dalla voce sottile, ma bene educata. Qualche leggero problema di intonazione per tutti gli altri: Luca Marconi nelle vesti di Gringoire, il poeta che narra la vicenda, Vincenzo Nizzardo in quelle del perfido Frollo, Giacomo Salvietti in quelle di Febo e Emanuele Bernardeschi in quelle di un Clopin che davvero fatica in acuto.
Lo spettacolo si è concluso con una standing ovation del pubblico che ha intonato coi protagonisti “Il tempo delle Cattedrali”.