1994: Eugenio Allegri, Gabriele Vacis e Alessandro Baricco. Tre artisti torinesi uniscono le forze e danno vita all’incredibile storia del pianista sull’oceano che con la sua musica ha incantato il mondo intero: Novecento. A questo capolavoro si è poi anche ispirato il pluripremiato film con sceneggiatura e regia di Tornatore.
Una voce al ritmo del Novecento
Eugenio Allegri torna dunque a raccontare la mitica storia di Danny Bootman T. D. Lemon Novecento. In questo allestimento, la voce dell’interprete danza con la musica e la sua gestualità gioca con pochi elementi scenici; il tutto crea quel mondo alla deriva tra le due guerre del secolo scorso, con la sua atmosfera, le luci, i colori e i suoni. La versione di Allegri incanta per l’originalità delle tonalità vocali dell’interprete, dove ogni parola acquista di profondità e le immagini così create vivono di stupore
Essenziale è bello
Il punto forte dello spettacolo è l’essenzialità: la scena non ha bisogno di arricchirsi eccessivamente, tanto che basta un telo sullo sfondo, un piccolo pianoforte sospeso nell’aria, appeso a un cavo e una valigia. Allegri prende pochi elementi per raccontare un’incredibile storia e così il telo diventa un oceano ora calmo e ora in tempesta, il pianoforte può davvero danzare e la valigia è una fedele compagna di viaggio che segna i momenti in cui la vita arriva a una svolta.
A bordo del Virginian
Come i passeggeri del Virginian, vivere questo monologo da spettatori non può non lasciare ammaliati: e così ci si trova, in silenzio, ad ascoltare, nella sala da concerto della nave, seduti sulle poltroncine di velluto che stanno su quell’infinita massa d’acqua gorgogliante. Questa interpretazione di Novecento è un evento a cui davvero vale la pena di partecipare: desta meraviglia, ricorda che “la vita è una cosa immensa”; e ci si ritrova a desiderare che ugualmente immensa sia anche la propria. Da vedere.